A sinistra un cazzo…
di Italo Gessani
Per decenni vi siete autonomamente investiti del titolo di paladini della moralità. Ebbene, non riesco a nascondervi che in qualche maniera vi invidiavo. Mi sembrava davvero assurdo che i vari Andreotti, Craxi, Berlusconi e i loro figli più sinceri potessero essere tanto beceri. Non mi sono mai sentito uomo di sinistra eppure devo confessarvi che riuscivate a convincermi spesso sulla questione morale: sull’esigenza di dare a questa società un governo che quanto meno potesse concedere un briciolo di onorabilità alla mia terra. Prima il grande ostacolo era la Democrazia Cristiana, poi l’ultimo arrivato Silvio Berlusconi. E ancora una volta al centro di tutto c’era la questione morale, a volte quando si parlava della poca credibilità dei vari Prodi e D’Alema si diceva: “Sicuramente non è peggio di Berlusconi. Votiamo il meno peggio.”. Non ho mai creduto, per la verità, che uomini e donne con indennità da 20 o 30mila euro al mese potessero comprendere le difficoltà di chi vive la vita di tutti i giorni; ma ho sempre creduto in voi. Nei singoli uomini ci ho creduto. Anche quando non vi ho votato, ho sempre immaginato che la moralità stesse dalla vostra parte. Gli uomini di sinistra dei piccoli consigli comunali, quelli che dalla politica o dai sindacati avevano avuto niente, o magari poco. Gli insegnanti, i ferrovieri, gli operai che mi raccontavano di Berlinguer, avevo riposto nella vostra onestà intellettuale le mie speranze di uomo libero.