Accompagnamento alla nascita : dall’allattamento, allo svezzamento

Uno dei momenti più attesi dalle mamme, soprattutto quando si tratta del primo figlio, è lo svezzamento. È una tappa fondamentale nella crescita del neonato, diciamo la prima tappa verso un iniziale indipendenza, almeno dal punto di vista alimentare. Nutrire un bambino esclusivamente al seno è un impegno psico-fisico non indifferente, cattura tutte le energie della neomamma e richiede tempo, un tempo che oggi è quasi sempre indisponibile purtroppo. La maternità è cambiata molto nel corso degli anni, se prima la donna, come dicevamo parlando di famiglia, era completamente dedida all’accudimento dei figli e della casa, oggi non è più così. Il tempo di una neomamma va diviso tra lavoro, famiglia, casa, società, si richiede la figura di una sorta di eroina che incastra tutto in un tempo limitato, ossia le 24 ore giornaliere. Dunque passare dalla nutrizione a richiesta dell’allattamento o comunque dall’intervallo di tre ore in tre ore ad un alimentazione che abbia pasti completi è una prima forma di conquista di autonomia per mamma e neonato. Lo svezzamento è un esperienza necessaria per la salute del bambino, ma non c’è un tempo preciso in realtà, perché ogni bambino ha tempi diversi, ci sono neonati che accettano facilmente il pasto al cucchiaio e altri che invece restano fedeli al seno della mamma anche oltre i sei mesi. Nulla è giusto, nulla è sbagliato. Ogni bambino è diverso, l’importante è garantire il giusto apporto di nutrienti al piccolo. Quando si parla di svezzamento oggi bisogna distinguere lo svezzamento classico o tradizionale dall’autosvezzamento. Con lo svezzamento classico il pasto è offerto al cucchiaio e gli alimenti sono introdotti gradualmente passando dal liquido al semiliquido per poi arrivare al solido. Con l’autosvezzamento il cibo, ovviamente spezzettato, viene offerto così com’è in modo da stimolare la conoscenza degli alimenti nel bambino. Il bambino può toccare il cibo con le mani, esplorarlo, assaporarlo. Per ora, però, ci sono teorie contrastanti sull’efficacia di questo metodo, di cui parleremo nel prossimo articolo ascoltando anche il parere del pediatra.

Da Antonella Viccaro

1992 diplomata nel 2010 presso il Liceo Pedagogico e delle Scienze Umane di Vairano scalo. Autrice del romanzo " La bambina che ha conosciuto il ferro" 2019.

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