Per quanto riguarda l’Area Ciro, a Castellammare di Stabia, risultano, tra i 17 indagati, anche i forzisti Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo. L’avviso di proroga è stato notificato nei giorni scorsi dalla Procura di torre Annunziata, ereditiera per competenza dei presunti reati di pubblica amministrazione, scoperti dalla Dda di Napoli, nell’ambito dell’inchiesta denominata “Olimpo”, riguardo al pizzo imposto dalla camorra a Castellammare. Il nome “Olimpo” fa riferimento al principale indagato dell’intera vicenda, in carcere dal 5 dicembre scorso, Adolfo Greco, con l’imputazione di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Ora le indagini si muovono intorno al progetto di riqualificazione dell’ex area Cirio, dove Greco aveva intenzione di edificare circa 330 appartamenti. Per arrivare a speculare in tal senso, lo stesso Greco avrebbe mosso gli amici diretti e indiretti del suo trascorso “cutoliano” e della “politica” a lui vicini. In maniera particolare ad essere stati “interpellati” all’interno dell’ambito politico, ci sarebbero coloro che componevano il vertice della provincia partenopea al tempo dei fatti. Provincia che nominò un commissario ad acta per il rilascio della licenza edificatoria, su istanza della Polgre di Greco, “visto il perdurante inadempimento” dell’ufficio tecnico comunale (come si legge dagli atti ufficiali di indagine). All’epoca la Provincia aveva alla guida proprio Cesaro, quale Presidente, e da Pentangelo, suo vicario. Un modus operandi per riciclare denaro sporco che trova sempre più spesso all’interno delle operazioni edilizie, un “sistema” per “pulire”, appunto, i proventi di attività illecite ed aumentare il potere di una parte di politica corrotta. Restando sempre in “zona”, a pochi chilometri di distanza ma nella provincia limitrofa di Salerno, precisamente ad Angri, la Guardia di Finanza e la Dda non molti mesi fa sequestrarono le documentazioni in merito alla progettazione edificatoria di un’altra “ex” area industriale, le ormai defunte M.c.m., senza però addivenire a null’altro che a un progetto che, anche qui come a Castellammare, prevedeva (e prevederebbe ancora) la costruzione di circa 200 alloggi, dai 150 circa del progetto originario.


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