
Accuse gravi e pesanti quelle mosse dal GIP di Brescia a carico del medico Carlo Mosca. A quanto pare il dottore avrebbe agito non per imprudenza o leggerezza ma con la consapevolezza di poter uccidere i suoi pazienti. Per raccogliere prove sono state riesumate tre salme.


Ad accusare il medico un infermiere che denunciandolo ha anche portato all’attenzione degli inquirenti alcuni messaggi whatsapp tra lui e un collega dove prendevano le distanze dal “modus operandi” del primario. Secondo alcune fonti questi avrebbero scritto che il Mosca compiva questi folli gesti per liberare i letti in piena emergenza covid.
Le morti sospette erano quattro ma purtroppo si è potuta eseguire l’autopsia su solo tre corpi poiché uno era stato cremato. Dall’esame autoptico è risultato che nei pazienti erano stati iniettati dei farmaci molto forti che vanno ad intervenire sul sistema muscolare. Questi si usano spesso prima di un’anestesia totale. Tutte le prove raccolte hanno portato all’arresto di Mosca. La vicenda ha sconvolto l’intera nazione.
Per il momento non vi sono dichiarazioni da parte dell’accusato e si stanno cercando ulteriori prove a suo carico.
Una vicenda che ha dell’assurdo e che mette in discussione l’operato di un intero sistema sanitario e che, soprattutto, va contro il sacro giuramento di Ippocrate: “Di non compiere mai atti finalizzati a provocare la morte”.

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