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Caianello a Luci Rosse… Incontri sessuali, ricatti, video hot e prostituzione (articolo integrale)

DiThomas Scalera

Apr 4, 2014

Caianello. Una storia che ha dell’incredibile quella che coinvolge Sergio D’Alessio, 58enne napoletano, e due cognate di Ateleta, paesino dell’Abruzzo. E pensare che gran parte dei reati si sarebbero consumati in una struttura ricettiva di Caianello. Ma ripartiamo dall’inizio della vicenda,

che comincia quando una donna, dopo la morte del marito, pensava di aver incontrato il grande amore. Era invaghita al punto da sborsare somme più o meno cospicue ogni volta che si incontravano a Caianello, ma la parte più assurda della storia è quella in cui la donna per non perdere la compagnia di D’Alessio sarebbe arrivata anche al punto di prostituirsi per procurarsi i soldi da dare al suo prestante amante partenopeo. Il tutto, che sembra degno di una telenovela è invece stato riferito davanti al giudice del Tribunale di Sulmona pochi giorni fa ed è stata proprio lei a rivelarlo. La donna, infatti, insieme alla cognata, ha presentato una denuncia per induzione alla prostituzione, ingiurie, minacce, stalking e violenza sessuale. Ma tutta la storia è ancora più complicata di quanto finora rivelato. Infatti la cognata della donna è coinvolta più del dovuto in quanto, anche lei aveva lo stesso amante della parente, ma ovviamente non ne sapeva nulla. Erano state proprio loro a decantare le lodi del loro amante, fino a che i dettagli coincidevano troppo e di domanda in domanda veniva fuori che Sergio D’Alessio era proprio lo stesso amante di entrambe. Ma il tutto si è complicato quando il giudice e il legali di D’Alessio, Aldo e Gaetana Di Ianni, hanno cominciato ad incalzare la vedova che sembra, però, aver fatto trasparire che la sua attività sessuale a pagamento sarebbe cominciata ancor prima dell’incontro con il bel gigolò. Nell’area di Castel di Sangro, con uomini del posto, ai quali avrebbe chiesto compensi in denaro in cambio di qualche ora di prestazione amorosa. Una rivelazione, quella della donna, che ha avuto come prima conseguenza, la sospensione della testimonianza della signora e al rinvio dell’udienza alla fine del prossimo mese di giugno. Sono ovviamente molto soddisfatti i legali che difendono Sergio D’Alessio, in quanto la confessione della donna ha senza dubbio indebolito l’accusa nei confronti del gigolò napoletano. Tale rivelazione apre nuovi scenari investigativi sull’attività della donna. L’intera vicenda ha avuto inizio nel novembre del 2010 quando un’amica comune consiglia alle cognate il numero di D’Alessio conosciuto on-line, con il quale aveva avuto una relazione amorosa. Le due parenti sono rappresentate dagli avvocati Andrea Liberatore e Gaetano Biasella e sembrerebbero, appunto, aver contattato l’una all’insaputa dell’altra il 58enne napoletano, fino ad instaurare con lui una relazione. Una serie di incontri in cui le due donne compivano la strada da Ateleta fina a Caianello e qui, in una struttura ricettiva, venivano raggiunte dall’amante partenopeo. Diversi incontri sessuali ripetuti e, soprattutto, a pagamento, tanto che l’uomo sarebbe riuscito a farsi consegnare, sempre secondo l’accusa, 3.500 euro da una donna e 3.100 dall’altra. Durante questo intenso periodo di incontri hot a Caianello, Sergio D’Alessio, sempre stando a quanto raccontato da una delle due donne, l’uomo le avrebbe anche fatto la proposta di aprire su internet una hot-line per condividere guadagni e servizi. Fino a qui, oltre all’illegalità della prostituzione, qualcuno potrebbe condananre la condotta morale dell’uomo, o magari delle due donne, ma il peggio, sempre secondo l’accusa, deve ancora venire in quanto una volta scoperto, il 58enne avrebbe pressato le due donne minacciando di rendere pubblici su internet i filmati dei loro incontri amorosi, girati di nascosto. Accuse del tutto inventate, secondo quanto sostiene la difesa di D’Alessio, che lascia intendere che si tratterebbe di una vendetta di due donne che si sono sentite ferite nell’onore perché non sapevano di avere lo stesso amante. Nella prossima udienza sarà ascoltata anche l’altra donna, ma l’impianto accusatorio sembra essersi molto indebolito con le rivelazioni della donna che ha riferito di prostituirsi per pagare il proprio gigolò.

Articolo pubblicato su La Nuova Gazzetta di Caserta del 04 aprile 2014

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Di Thomas Scalera

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