• Ven. Apr 19th, 2024

Coronavirus: decreto Cura Italia inefficace per i detenuti. La parola a Pietro Ioia

Il decreto Cura Italia non garantisce misure cautelative. Parla Pietro Ioia, garante dei detenuti del Comune di Napoli

NAPOLI. Con tutta la sua pesante intensità l’emergenza sanitaria sta rischiando letteralmente di esplodere nelle carceri italiane. Lo scorso 16 marzo il governo ha varato nuove misure che hanno però solo sfinato quelle già previste dalla lontana legge del 2010. Per i detenuti infatti non è prevista alcuna novità e, conseguentemente, nessuna diversa misura che appare per gli stessi e per il garante dei detenuti del Comune di Napoli Pietro Ioia, invece estremamente necessaria in un momento di tale crisi sanitaria a livello internazionale.

“Dunque, bisogna riflettere sull’estensione di misure di protezione contro il coronavirus alle persone ristrette. Potrebbe essere utile ad esempio la misura della detenzione domiciliare estesa anche ai reclusi di età superiore ai 70 anni ed a coloro che hanno problemi di salute accertati e preesistenti come gli immunodepressi, i cardiopatici e affetti da insufficienze respiratorie), in quanto categorie più a rischio. Importante sarebbe decidere in tal senso indipendentemente dalla data del termine della pena. Non meno importante, in una situazione d’emergenza di tale spessore, è dotare i detenuti di igienizzanti e mascherine, permettendo loro la sanificazione delle celle e degli gli spazi a cui accedono”. Questo in sintesi il pensiero di Ioia.

Queste potrebbero essere delle soluzioni capaci di contrastare, anche se in parte, questa emergenza. La situazione nelle carceri ha scatenato anche la protesta del sindacato della polizia penitenziaria, perché diventata intollerabile e messa a dura prova dalle rivolte scoppiate nei giorni scorsi.

Ricordiamo che il Governo ha inserito nel decreto ‘Cura Italia’, un articolo, il 123, che disciplina la concessione della detenzione domiciliare a particolari condizioni, a chi deve espiare un residuo pena inferiore ai 18 mesi, domiciliari solo con braccialetto elettronico. Le numerose restrizioni presenti nel decreto rischiano di vanificare l’obiettivo che il decreto stesso si poneva di centrare.

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Di Annamena Mastroianni

Docente. Media Educator. Formatrice.

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