Rapine all’ufficio postale di Curti e in due supermercati di Aversa e Carinaro
CURTI/AVERSA/CARINARO. Nelle prime ore del mattino, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Aversa, all’esito di un’articolata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio del G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord nei confronti di due soggetti, originari di Giugliano in Campania.
Entrambi sono gravemente indiziati di tentata rapina aggravata presso l’ufficio postale di Curti e di ricettazione di un’auto rubata pochi giorni per eseguire il delitto, ed uno solo di essi anche di due rapine aggravate commesse nel supermercato Decò di Aversa il 31 agosto e nel supermercato Eurospin di Carinaro il 24 settembre nonché di furto aggravato di due auto utilizzate per eseguire le rapine.
Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, inoltre, sono state eseguite anche diverse perquisizioni nei confronti di altri soggetti che avevano partecipato ad incontri con gli indagati ed intrattenuto conversa ioni telefoniche nei giorni dei sopralluoghi presso l’ufficio postale di Curti.
L’ordinanza di custodia cautelare ricostruisce tutte le fasi delle indagini, confermando la validità dei risultati conseguiti, grazie alla fattiva opera dei Carabinieri di Aversa.
È costante l’attività investigativa finalizzata ad arginare il perpetuarsi di rapine aggravate dall’uso delle armi e furti nel vasto territorio dell’agro aversano e della provincia di Caserta che a seguito del progressivo indebolimento delle organizzazioni camorristiche operanti, si palesano con sempre maggiore frequenza destando particolare allarme nella collettività.
L’indagine si è articolata in diverse fasi ed in particolare nell’acquisizione delle immagini estratte dai sistemi di video sorveglianza insistenti sia presso gli esercizi commerciali teatro delle rapine sia in altri locali, pubblici e privati, lungo il percorso seguito dai rapinatori, in prolungati servizi di osservazione e di pedinamento con strumentazione GPS di localizzazione satellitare, attività di intercettazione telefonica ed infine in assunzioni di sommarie informazioni dalle persone informate sui fatti.
In breve tempo, si è ricostruita l’intera dinamica degli episodi criminosi sin dalle prime fasi del furto o della ricettazione delle auto utilizzate o da utilizzare per eseguire i delitti, accertando che le rapine, commesse a breve distanza temporale l’una dall’altra, risultavano caratterizzate dal medesimo modus operandi ed erano riconducibili a soggetti gravati da precedenti specifici.
In particolare i Carabinieri di Aversa, attraverso una verifica capillare della presenza dei sistemi di video sorveglianza lungo il percorso seguito dai rapinatori, riuscivano ad identificare uno dei due, e seguendo le sue tracce, anche il complice della tentata rapina all’ufficio postale di Curti, accertando come il delitto fosse stato già pianificato nei minimi dettagli con sopralluoghi ripetuti più volte ed in diverse ore per studiare il comportamento dei dipendenti e gli orari di apertura dell’ufficio.
La rapina, programmata per il 26 novembre, veniva sventata grazie alla predisposizione di un servizio antirapina disposto dai militari dell’Arma, consistito nel controllo fisso del luogo mediante auto con colori di istituto e nel costante monitoraggio delle strade adiacenti all’ufficio postale mediante auto civetta e con targhe di copertura.
La costante presenza dei carabinieri nel luogo in cui si sarebbe dovuta consumare la rapina, infatti, induceva i due rapinatori a soprassedere dal portare a termine il piano criminoso.
A tal proposito è importante sottolineare, tra l’altro, che gli indagati il 22 novembre avevano collocato, in una strada posta a poca distanza dall’obiettivo prefissato, l’autovettura rubata pochi giorni prima per eseguire la rapina, rimossa poi dai Carabinieri di Aversa dal luogo in cui era stata parcheggiata e sottoposta a sequestro per sottrarla alla sua destinazione.
L’attività investigativa consentiva di ricostruire attraverso l’analisi delle immagini riprodotte dai sistemi di videosorveglianza anche la fisionomia ed i volti dei rapinatori ripresi dalle telecamere nonché di individuare le autovetture utilizzate per commettere i furti delle macchine con le quali poi sono state eseguite le rapine.