Il 19 marzo, come da tradizione, si festeggiano tutti i papà, pilastri portanti della famiglia. Questa festività, nasce, dal punto di vista prettamente religioso con ispirazione al Santo del giorno, San Giuseppe, considerato, ovviamente, punto di riferimento di tutti i papà, in quanto papà adottivo di Gesù. Si narra che nel 1871 la Chiesa Cattolica decise di proclamare San Giuseppe protettore dei padri di famiglia. Nel resto del mondo, tuttavia, questa festività ricorre in momenti diversi, in base a ciascuna credenza religiosa. Seppure nel corso del tempo, come abbiamo già accennato in altri articoli, la famiglia ha assunto caratteri diversi, ci si sta aprendo sempre di più a nuovi punti di vista, meno standardizzati, che prevedono anche la possibilità di due mamme o due papà, la figura paterna resta un punto cardine. Partendo dal presupposto che a prescindere dall’orientamento sessuale, essere papà, sia un diritto di ciascun uomo, dal lato umano e pratico il papà è colui che accompagna il minore nella crescita in modo consapevole e costante. Francesca Barra ci ricordava, nel suo podcast genitori, che si può essere genitori di cuore più che di pancia. Questa definizione mi è piaciuta molto, conta poco, infondo chi concepisce un figlio e come questo viene concepito, rispetto alla costanza, la cura e l amore per la vita intera, fino alla maggiore età e anche dopo. Ci sono papà adottivi, non genetici, che comprendono fino in fondo la responsabilità di essere padre giorno dopo giorno e padri genetici che faticano a ricordare in che sezione sono i loro figli. Fare gli auguri, oggi, a tutti i papà è generalizzare un concetto, o meglio, attribuire un privilegio a tutti indistintamente, e non sarebbe giusto. Essere padre è un impegno che non si esaurisce nel portare uno stipendio a casa, dare il proprio cognome ad un bambino. Essere padre è vivere costantemente la quotidianità di quel bambino. Comprendere che si è responsabili della sua giornata, dei suoi impegni, del suo umore, della sua felicità, e la felicità si può assicurare solo tramite la presenza. Auguri, quindi, a tutti i papà che cercano disperatamente di essere presenti nella vita dei loro bambini, a quelli che devono essere lontani per lavoro, a quelli che sono andati via troppo presto, a quelli che nonostante le difficoltà provano a dare il meglio. Auguri ai papà single che decidono di adottare, perché questa lotta, sicuramente, la vinceranno, ai papà che hanno già adottato e sperimentano l’emozione dell’amore smisurato che si può provare per un bambino, a quelli che si battono per ritagliarsi la possibilità di cenare con i propri figli nonostante il lavoro, perché cenare con la propria famiglia è doverso oltre che bellissimo. Auguri, soprattutto, a quelli che lottano per la vita, per poter insegnare e trasmettere ancora. E che tutti i bambini, possano provare la gioia di essere priorità per il proprio papà¡