GALLO MATESE. Un altro tassello nella costruzione della identità dell’Alto Casertano, promossa dal GAL Alto Casertano: restituire ad una comunità un luogo, di culto, dove le persone, le generazioni, nel tempo si sono incontrate e ritrovate. E’ ciò che è stato realizzato con i fondi FEASR della programmazione 2007/2013 a Gallo Matese e lunedì 20 marzo la comunità di Vallelunga ha celebrato l’inaugurazione della Chiesa di San Giuseppe proprio nella piccola frazione di Vallelunga (di Gallo Matese).
La chiesa, chiusa per inagibilità in seguito agli eventi sismici del 2013, è stata rimessa a nuovo grazie ad un finanziamento che la Parrocchia Ave Gratia Plena ha ottenuto sui fondi PSR Campania inseriti nel Piano di Sviluppo del GAL Alto Casertano, nell’ambito della Misura 323. Il progetto presentato dalla parrocchia è stato annoverato tra i numerosi overbooking del GAL che la UOD -Unità Operativa Dirigenziale- Settore Territoriale (ex Stapa Cepica) di Caserta ha selezionato ritenendolo meritevole.
Presenti all’inaugurazione il Vescovo della diocesi di Venafro–Isernia Mons. Camillo Cibotti, che ha presieduto la celebrazione eucaristica, il Sindaco di Gallo Giovanni Palumbo, il Coordinatore del GAL, Pietro Andrea Cappella ed il Responsabile Amministrativo Finanziario del GAL, Cristina Paumbo.
La chiesa di San Giuseppe, riaperta al culto proprio nel giorno della memoria liturgica della Festa del Santo, spesso dimenticato o poco ricordato, assume un grande valora per la comunità di Vallelunga.
Vallelunga è un piccolo agglomerato di case, avamposto della Regione Campania al confine con la provincia di Isernia. Poche abitazioni, una comunità coesa che ha deciso di non abbandonare il piccolo centro di montagna. Una bella comunità, unita e cooperativa, presente e numerosa all’inaugurazione, nonostante l’orario pomeridiano poco favorevole.
Il Vescovo nell’omelia ha invitato i fedeli a custodire quel luogo come fosse casa propria, ad utilizzarlo come luogo di incontro tra loro e con il Signore.
Una casa che ritornerà di sicuro ad essere come nel passato un punto di riferimento per tutti, dai più piccoli agli anziani. Il dialogo intergenerazionale, tanto difficile da perseguire nelle grandi città, è invece facilitato nei piccoli centri, anche attraverso luoghi, come la Chiesa di San Giuseppe.
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