La dura riflessione dell’attrice
“Lo
spettatore mette sempre meno attenzione all’immagine che percepisce.
Social come Instagram ci hanno abituato a dedicare solo due secondi ad
ogni singolo scatto che ti deve colpire subito perchè dopo ne arriva
subito un altro. Così non c’è più tempo di metabolizzare le sensazioni;
siamo bulimici di serie tv, ne vogliamo sempre di più e sempre di nuove
perchè è possibile avere tutto e subito. Questo crea al cinema serie
difficoltà, i registi sono obbligati ad un colpo di scena dopo l’altro”,
Sara Serraiocco, una delle attrici rivelazione degli ultimi anni,
ospite del Giffoni Film Festival, nonostante i suoi 28 anni, appare
critica nei confronti della nuova fruizione delle immagini legata
all’usa e getta. “Ma sento che c’è una rivoluzione in corso rispetto ad
una decina di anni fa – continua – una rivoluzione pacifica d’intenti,
di idee, che viene proprio dai giovani, nonostante la lentezza di certi
percorsi ministeriali che bloccano per mesi o per anni certe
produzioni”.
Interprete
di film come “La ragazza del mondo”, “L’accabadora” o “Non è un paese
per giovani”, Sara Serraiocco a Giffoni ripercorre la sua carriera (“Con
Gomez non ci sono stati freni inibitori, in ‘Brutti e cattivi’ mi hanno
affascinato le scene splatter alla Tarantino) e non nasconde una certa
nostalgia per esperienze passate (“Amavo la danza ma ho appeso le
scarpette al chiodo, il mio fisico rispetto a quando ho girato ‘Cloro’ è
molto cambiato”). Ma è parlando del corto prodotto da Giorgio Armani e
diretto da Michele Placido, “La giacca”, che
si emoziona “E’ una storia molto vicina alla mia. Come la protagonista
vengo da una famiglia in cui una giacca di Armani non sarebbe mai potuta
entrare, e diventare volto della maison è stato emozionante”.
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