Addio a Giampaolo Pansa, un pezzo di storia del giornalismo italiano
ROMA. Lutto nel mondo del giornalismo: è morto a Roma Giampaolo Pansa. Aveva 84 anni.
Nato a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, aveva iniziato la carriera alla Stampa all’inizio degli anni Sessanta, per poi lavorare anche al Messaggero e al Corriere della Sera, e a Repubblica dalla fondazione, diventandone anche vicedirettore. Nel suo ruolo di commentatore divenne noto e apprezzato per i toni irridenti e sprezzanti nei confronti degli obiettivi delle sue critiche; in quello di reporter per la capacità di osservazione e teatralizzazione del racconto.
Giampaolo Pansa si era anche dedicato a una serie di libri critici nei confronti dei crimini compiuti dai partigiani durante la Resistenza e dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale: le sue rivalutazioni delle vite e delle condotte di diversi fascisti gli avevano guadagnato nuove simpatie tra i lettori di destra e lo avevano spinto a ulteriori critiche nei confronti della sinistra italiana. Nell’ultimo decennio ha collaborato con i quotidiani Libero e La Verità, alla fine del 2019 era tornato a scrivere per il Corriere della Sera.
Con Pansa va via un pezzo di storia del giornalismo italiano, uno stile di raccontare i fatti unico. Un giornalista onesto che non ha mai avuto timore di prendere posizione.
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