• Ven. Mar 29th, 2024

I padri del “Prog”. Intervista a Pino Sinnone batterista dei “The Trip”

Una leggenda della batteria, Sinnone ci racconta la sua carriera

I “The Trip” sono una delle principali band italiane “progressive”

Hanno fatto la storia e lui con loro. Stiamo parlando dei “The Trip” e del loro storico batterista Pinno Sinnone. Una vera leggenda della batteria. Non è un caso se parlandoci della sua carriera e delle vicende della band afferma appunto che i “The Trip” sono stati “i padri della musica Prog in Italia”. Affermazione assolutamente vera.

Furono tra i primi ad introdurre in Italia quello che solo successivamente sarebbe stato definito come genere “Progressive“. Un genere musicale di altissima sperimentazione che ancora oggi è molto apprezzato e sembra tornare a rivivere grazie a tanti appassionati e giovani musicisti pronti ad abbracciarne lo spirito e la tecnica.

Nati dall’intuizione di Riki Maiocchi dei Camaleonti, i “Trip” nacquero in Inghilterra per poi giungere in Italia e cambiare volto. Maiocchi insieme a Ian Broad, primo batterista della band, Arvid ‘Wegg’ Anderson al basso, Billy Gray alla chitarra (che già aveva collaborato con Eric Clapton) e il giovane Ritche Blackmore (che poi fonderà i Deep Purple …) mettono su la band già innovativa in terra anglosassone.

La band progressive “The Trip

Dopo una torunée in Italia però Maiocchi, Broad e Ritche Blackmore dedicono di abbandonare il gruppo. Arrivano così il mago delle tastiere Joe Vescovi ed il talentuoso batterista Pino Sinnone, che insieme ad Arvid “Wegg” Andersone Billy Gray formarono i nuovi “The Trip” a trazione italiana.

Innovatori, geniali, musicisti di livello assoluto… cambiarono la storia della musica italiana e non solo. Dalle loro menti nacquero album storici come l’omonimo “The Trip“, “Caronte” e “Atlantide“. Ecco cosa ci ha raccontato Pino Sinnone in esclusiva per voi lettori di V-News.it

Pino Sinnone, storico batterista dei mitici “The Trip”, formazione di riferimento del progressive italiano nata in verità a Londra. Tu prendesti il posto di Jan Broad che era il batterista della formazione fondata dal quel mostro sacro di nome Ritchie Blackmore (che fonderà i Deep Purple)… come nacque il gruppo “italiano”?… Raccontaci qualche aneddoto…

“Come è noto, i Trip vennero in Italia nella seconda metà del  1966, erano tutti inglesi, capitanati dal cantante dei Camaleonti Riki Maiocchi. Maiocchi e Blackmore uscirono dal gruppo dopo pochi mesi. Ritchie non si trovava bene in Italia

perché diceva che i locali pagavano troppo poco i loro concerti. Sosteneva inoltre che, per lui c’erano solo due cose buone in Italia , gli spaghetti e le donne. A quei tempi  i gruppi , erano formati da tastiera, chitarra, basso e batteria.

I Trip, essendo rimasti in tre , basso chitarra e batteria, avrebbero dovuto inserire una tastiera, perché facevano fatica a trovare locali disposti a farli esibire. Riuscirono  a farsi ingaggiare da un locale in voga a Torino, il Crazy Club.

In quel Locale, ai Trip, facevano da spalla un gruppo di Savona con alle tastiere un certo Joe vescovi. Wegg, Billy e Ian , quando sentirono questo gruppo , subito si innamorarono musicalmente di Joe, e furono anche colpiti dal suo look, era già un personaggio con la sua folta e lunga chioma bionda.

Visto che avevano l’intenzione di ampliare il gruppo, chiesero a Vescovi di entrare nei Trip. Con la formazione a 4,  iniziarono ad avere molte richieste. Io militavo in un gruppo di Torino “Le teste dure”, alla prima esperienza discografica con il brano “Era un bitnick”

Consideravo i Trip, un gruppo irraggiungibile per la loro bravura musicale e la loro personalità. Ogni qualvolta che mi era possibile, andavo a sentirli suonare. A metà anno del 1967, i Trip suonavano in un locale in liguria, precisamente allo Scotch Club di Finale Ligure.

Il batterista Ian Broad litigò con loro, lasciandoli in seria difficoltà senza batterista. In quel periodo ero appena stato ingaggiato da un gruppo di Vercelli  “I Roger” i quali,  erano rimasti senza batterista. Avevano avuto un buon successo con un brano intitolato “Guarda”.

La storica formazione dei “The Trip

Sono stato con loro circa 15 giorni a fare le prove. Una sera, annoiato di stare in un piccolo paesino di poche anime senza alcun divertimento, precisamente Trino Vercellese,decisi di andare a Torino in un locale molto in voga il “Mack 1“. Fu la mia fortuna.

In questo locale, incontrai Wegg Andersen il quale era partito appositamente dalla liguria per cercarmi. Quando Wegg mi vide, fece una espressione come se avesse avuto un miraggio, mi chiese di andare immediatamente con loro in quanto erano rimasti improvvisamente senza batterista.

Non credevo ai miei occhi e neppure alle mie orecchie ma accettai immediatamente e da quel momento iniziò la storia con i Trip. Dopo pochi giorni che ero con i Trip, mi confessarono che, a mia insaputa, mi seguivano per il mio stile di suonare.

A Finale Ligure abbiamo fatto  la prima prova insieme, tutto un pomeriggio perchè alla sera avremmo duvuto suonare. Per me è stato difficilissimo imparare la scaletta della serata in poche ore di prove anche perché parlavo e non capivo l’inglese (non lo parlo neppure oggi), per fortuna Joe, parlava molto bene l’inglese e mi faceva cosi la traduzione”.

Il vostro album di maggior successo fu “Caronte” (1971) preceduto l’anno prima dall’omonimo “The Trip”… A quale album sei più affezionato e perchè?

Per una soddisfazione personale, sono più affezionato al primo album perchè i brani sono piuttosto particolari e articolati, sono delle suitte musicali con influenza psichedelica.

Joe, nelle  composizioni del primo album, si ispirò ai Vanilla Fudge e, gli esperti avevano definito i brani;  “Musica Impressionistica” in quanto ascoltandoli, sollecitano emozioni e impressioni visive, esattamente come guardare un quadro di Bosch.

Con il nuovo gruppo stiamo riprendendo i brani del primo album e lo proporremo Live, proprio perchè è un po’ dimenticato dai fan”.

Il giovane batterista Pino Sinnone

Hai suonato con musicisti del calibro di Joe Vescovi, William Gray, Arvid “Egg”, Andersen. Tra l’eccellenza dei musicisti dell’epoca … Cosa resta oggi di quella mitica esperienza e più in generale del “Progressive”?

Chiaramente, mi è restato molto aver suonato con questi bravi musicisti. Mi hanno insegnato molto e, garantisco che sono ancora oggi un po incredulo di aver suonato con loro. Per quanto riguarda il genere, non sapevamo che in seguito fosse  stato chiamato “progressive”.

Per noi erano semplicemente  composizioni diverse dalle solite “Canzoni”…strofa ritornello. strofa ritornello. Anche i testi erano diversi e più lunghi, proprio come se raccontassimo qualcosa.

Siamo ancora oggi, considerati i “padri” della musica “Progressive” in quanto siamo stati i primi nel genere però, molto sfortunati per essere stai ingaggiati dalla casa discografica RCA ,che erano  molto di più interessati alle canzonette in quanto facevano più cassa”.

Sinnone agli esordi

Poi nel ’72 la prima esperienza con i “The Trip” si chiuse … e tu stavi per diventare il batterista dei Pooh ! Come andò veramente?

La mia esperienza con i Trip finì ad aprile 1972, a causa del clamoroso furto del nostro furgone con tutta la strumentazione. Ci trovammo veramente in difficoltà economica per, ricomperare  la nuova strumentazione.

A quel tempo, il  nostro genere non era molto capito ed apprezzato discograficamente, eravamo però molto seguiti nei Live. Proposi ai ragazzi,  di fare momentaneamente un genere più commerciale sperando in una maggiore vendita di dischi per poi,  poter ricomperare la nuova strumentazione.

Joe Wegg si opposero alla mia proposta ed è stata questa la motivazione per cui ho deciso di abbandonare il gruppo e di smettere di suonare; (riconosco comunque di essere stato un po troppo impulsivo). Contemporaneamente anche Billy Gray decise di abbandonare i Trip per proseguire come solista. Nel 1971 in estate, i Pooh ebbero un grande successo con il brano “Tanta voglia di lei,

in quel periodo mi contattarono per sostituire il loro batterista “fu” Valerio Negrini il quale, non  stava molto di salute. Rifiutai l’invito,per prima cosa, perchè non mi piaceva il loro genere inoltre, perchè era uscito da poco  “Caronte” e  prometteva successo. Infatti è amato ancora dopo circa 50 anni dall’uscita”.

Il batterista Pino Sinnone

I “The Trip” rinascono nel 2010 e oggi rivivono nuovamente grazie a nuovi progetti e nuovi musicisti entrati in formazione. E’ in uscita quest’anno un nuovo album … di cosa si tratta? Cosa puoi anticiparci del lavoro che state facendo?

La rinascita dei Trip nel 2010, vede in  formazione, Joe Vescovi, Wegg Andersen, Furio Chirico, (colui che sostitui’ il sottoscritto con all’attivo due abum, Atlantide e Time Of Change) più, due turnisti, un bassista e un chitarrista.

Purtroppo il 31 marzo 2012 Wegg viene a mancare, Joe poco dopo, si ammala e anche lui vine a mancare il 29 novembre del 2013. Alcuni giorni prima che Joe venisse a mancare, mi trovavo al suo capezzale, era molto malato, e molto probabilmente non se la sentiva di proseguire a suonare.

Mi disse, “Pino tu hai smesso di suonare per moltissimi anni,  perchè non ti formi un gruppo e porti avanti la musica dei Trip?” Non ho voluto semplicemente formare un gruppo come mi propose Joe ma,come unico storico rimasto, decisi di dare nuovamente il nome The Trip.

Con la seguente formazione è in lavorazione il nuovo album: Andrea Ranfa (voice), Carmine Capasso (guitar voice),Tony Alemanno (bass) e Dave D’avino (keyboard voice) stiamo preparando un nuovo album”.

Pino Sinnone leader dei nuovi “The Trip”
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Di Vincenzo Mario

Giornalista Pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Campania. Vicedirettore e Redattore di V-news.it. In oltre 15 anni di professione vanta numerose collaborazioni con i principali quotidiani cartacei e online di Terra di Lavoro ed esperienze in emittenti televisive e radiofoniche. Tra le principali esperienze e collaborazioni spiccano: giornalista e fotoreporter per “Il Giornale di Caserta” e inviato per “TRM – TeleradioMatese” - Gruppo “Lunaset”, corrispondente e Redattore per la "Nuova Gazzetta di Caserta", giornalista per il mensile “Fresco di Stampa”, giornalista radiofonico e speaker, curatore del Notiziario campano per RCS – Radio Circuito Solare,

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