Il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del bambino ha affermato che gravi violazioni dei diritti umani a carico dei bambini sono in aumento a Gaza.
E’ in costante crescita il numero dei bambini che hanno perso la vita nel corso di quest’ultimo conflitto scoppiato il 7 ottobre nei territori israelo-palestinesi che può essere a ragione definito come uno dei più feroci e violenti del XXI secolo. Circa 160 bambini al giorno vengono uccisi. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha affermato che “Gaza sta diventando un cimitero per bambini”.
Con una popolazione di 2.3 milioni di persone che vive in un’area di 360 km2 ed una densità di 6.300 persone per km2 i bambini rappresentano il 47% della popolazione risiedente a Gaza.
Secondo i dati forniti dal Ministero della Sanità a Gaza più di 4000 bambini sono rimasti uccisi e la maggior parte di essi risiedevano a Gaza, senza contare i bambini dispersi che ammonterebbero a più di un migliaio, probabilmente ancora sotto le macerie. Il bilancio sembra purtroppo destinato a salire. I continui attacchi contro scuole, ospedali, abitazioni e infrastrutture non farà altro che aggravare la situazione. Altrettanto tragico è il bilancio dei feriti: più di 7000.
Gli ospedali sono ormai allo stremo non solo a causa della mancanza di acqua e di elettricità ma anche a causa del blocco da parte delle forze israeliane che non permettono l’ingresso di cibo, medicinali e carburante nella Striscia di Gaza. In certi casi i medici sono costretti ad eseguire amputazioni senza anestesia. L’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari segnala, inoltre, casi di infezioni delle alte vie respiratorie, diarrea e varicella.
Gli attacchi da parte degli israeliani hanno colpito per ben 2 volte l’ospedale al-Rantisi arrivando a devastare il reparto oncologico pediatrico. Anche gli ospedali di al-Quds e al-Shifa non sono più operativi, quest’ultimo è fuori servizio dopo essere stato colpito per errore da un razzo di Hamas. Secondo i dati dell’OMS sono in totale 20 su 36 gli ospedali non più operativi a Gaza.
Sono a dir poco agghiaccianti le parole di poche ore fa del cancelliere tedesco Olaf Scholz che non è d’accordo ad un “cessate il fuoco immediato” a Gaza, arrivando ad affermare: “Non penso che gli appelli per un cessate il fuoco immediato o una lunga pausa – che equivarrebbero alla stessa cosa – siano giusti, perché ciò significherebbe in definitiva che Israele lascerebbe ad Hamas la possibilità di riprendersi e di ottenere nuovi missili”.
La dichiarazione sarebbe avvenuta nel corso di un dibattito organizzato dal quotidiano regionale tedesco Heilbronner Stimme.
Da lunghi anni i palestinesi pagano lo scotto di politiche internazionali che vedono la ragione soltanto da una parte. Ogni bambino che muore è sulla coscienza di tutti. Ogni bambino che muore in un conflitto armato mostra quanto siano fallimentari le politiche dei nostri governi che al contrario dovrebbero tutelarli e proteggerli.
Pare che non abbiamo recepito proprio nulla dagli orrori che hanno scritto la storia del XX secolo. Mi viene da chiedere a quanto possa servire cercare di tenere in vita ogni anno dei percorsi di memoria che oggi, alla luce degli scenari catastrofici di queste ultime settimane, appaiono come del tutto privi di significato.
