Da un’indagine in corso lo smart working sarebbe la soluzione ai problemi di inquinamento: Mo’ chi glielo dice alle aziende?
Per la Rubrica ‘L’Angolo Diverso’ oggi parleremo dello smart working. Lo abbiamo conosciuto durante la pandemia del Covid ed ad oggi risulterebbe essere una soluzione interessante per combattere il problema dell’inquinamento.
Lo smart working è conosciuto come ‘lavorare da casa’ o comunque da una location da noi ritenuta consona per poter svolgere il nostro lavoro.
Abbiamo vissuto questa esperienza in modo forzato e qualcuno ne ha trovato giovamento.
I benefici sostanziali sono:
- Sei più rilassato e resti con il pantalone del pigiama;
- Sei a casa tua e volendo o no mentre lavori fai anche qualcosa che ti possa essere utile;
- Non vedi i colleghi che ti stanno sul c***;
- Risparmi di benzina o mezzi di trasporto;
- Risparmi perché non ti fermi al bar o mangi fuori;
Altri? Sicuramente. Però, c’è un però.
Immaginate due coniugi che sono in smart working insieme da casa:
Se la casa è piccola sarà un macello: Uno lavora in cucina e l’altro nello studio? E se lo studio non ce l’abbiamo? Camera da letto?
‘Caro sono in call ti prego non alzare i toni’ – ‘ E come devo comunicare, con il linguaggio dei segni?’
Poi, per chi se lo può permettere ha un aiuto per i lavori domestici e questo sarebbe a momenti caotico.
‘Sei un avvocato, sei in conferenza con colleghi. Mo’ tu già scleri di tuo e se sei esaurito/a maggiormente perché mentre tu parli c’è chi non sente, chi non ha connessione e chi riceve una telefonata nel bel mezzo della riunione e dimentica di chiudere l’audio al pc.
Stai bestemmiando e dietro di te passa la signora con l’aspirapolvere che magari ha anche origini partenopee e sta ascoltando la musica con le cuffiette. Non vorrà mai mancarti di rispetto ma al momento cruciale dovrà farlo e lei lo farà:
Con un carisma da fare invidia a Shakira lei urlerà << Bambolaaaa con il fisico perfetto che t’a’ fatt mammaaaaa’ !>>
E tu lì morirai di scuorno.
Però, però è vero che lo smart working ha anche dei vantaggi:
- Non devi bestemmiare tutte le mattine perché magari per raggiungere il luogo di lavoro fai almeno 30 minuti di viaggio;
- Non devi per forza vestirti bene;
- Si riduce l’inquinamento e visto la situazione in cui ci troviamo sarebbe ora di intervenire;
- Visto che in molte città la puntualità dei mezzi pubblici è paragonabile a tutto ma non ad un orologio svizzero, molti usano la propria automobile ed in questo periodo non tutti se la possono permettere. Che si fa? Ci dobbiamo indebitare per andare a lavorare? Ma avete visto a quanto sta la benzina? Chiamali fessi quelli del Rdc!
Senza far polemica, effettivamente la situazione non è così facile. Non è inusuale che qualcuno chieda di lavorare il smart working ma effettivamente, spostarsi è diventato oneroso ed il famoso ‘rimborso spese’ non riesce nemmeno a coprire metà mese di carburante.
I miglioramenti del passato
Lo abbiamo visto durante il periodo covid: Era tutto bello e pulito poi però quando ci hanno ridato la libertà l’uomo ha ripreso a fare schifo, basti pensare al fiume Sarno.
Perché molte aziende non lo accettano? Bel quesito.
Spesso le aziende non accettano lo smart working per il rimborso ‘energia’ che bisogna dare al dipendente o perché, presi da un attacco di solitudine non vogliono tener lontano i dipendenti.
Che bello andare al lavoro il lunedì mattina e vedere quelle facce di c.. ehm i colleghi simpatici.
‘Eh ma per anni abbiamo lavorato senza tutte ste paranoie ora cos’è lo smart working?’
Potrebbe essere una soluzione che comporta però ad avere meno contatti umani.
( Ma è davvero così dannoso?)
Questo è un dilemma che attanaglia in tanti, cioè quello dello stare lontani e dell’isolamento.
Molti di noi hanno riscontrato che effettivamente lo smart working è un toccasana sia per lo stress sia per le nostre tasche ma effettivamente ci isola dal mondo sociale.
Questo potrebbe essere un movente di analisi con uno specialista che approfondiremo in un altro articolo.
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