Il Tribunale ha respinto l’appello, è accusato di aver usato prodotti dopanti
Due volte campione del mondo nei 100 m sia nel 2005 che nel 2007.
Ha vinto due Mondiali e 17 medaglie d’oro agli europei
Due titoli mondiali e nove europei: In 15 anni di carriera Filippo Magnini ha fatto la storia del nuoto italiano ma a quanto pare il suo impegno e la dedizione nello sport non è stato abbastanza.
Il 14 Maggio il Tribunale nazionale antidoping ha respinto il ricorso degli avvocati dell’ex atleta di Pesaro contro la prima sentenza di primo grado dello scorso Novembre che lo accusava,insieme al collega Santucci, di aver fatto uso di sostanze dopanti. A Novembre, l’accusa, il Procuratore Pierfilippo Laviani, aveva richiesto il doppio della pena perché il nuotatore avrebbe violato l’articolo 2.2 del Codice Wada.
C’è da dire che in tanti anni di carriera Magnini non è mai risultato positivo ai test anti-doping e più volte egli ha ribadito la correttezza che lo contraddistingue ma i giudici di Nado Italia sono certi che dal dossier proveniente da Pesaro ci siano prove allettanti che condannerebbero Magnini.
Dal fascicolo del medico Guido Porcellini emergono dati che proverebbero l’acquisto da parte di Magnini di sostanze dopanti, i cosiddetti “ormoni della crescita” o semplicemente chiamati “Integratori plus”. Ad aggravare la sua situazione ci sarebbero gli esiti di esami delle urine appartenenti al nuotatore che accerterebbero l’uso di sostante dopanti. Un fascicolo di circa 50 pagine comprometterebbe il futuro dell’atleta.
Il Tna,invece,ha deciso di annullare la squalifica al collega Gianni Santucci,nonché amico di Magnini , in quanto egli avrebbe desistito dall’acquisto dei prodotti .
Per ricorrere in appello gli avvocati dovranno appellarsi al Tas di Losanna, per il momento, Magnini non potrà frequentare atleti tesserati o luoghi di competizione.
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