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Marzano. La squadra dell’Atletico: la realizzazione e il continuo di un sogno

DiThomas Scalera

Mar 13, 2017

 

Spesso sono le notizie più scabrose a correre in fretta, mentre quelle più belle sono lasciate nel dimenticatoio. Eppure dovremmo imparare a guardare quello che c’è di bello in ogni circostanza, anche se sono negative: ad esempio, in un paese oscurato dalla foschia del pessimismo, c’è qualcosa di sorprendente che fa ancora battere il cuore e che fa ancora sperare, la squadra dell’ Atletico Marzano Appio.

La squadra, che non è affatto nata per soddisfare dinamiche politiche, è il risultato di un desiderio scaturito in un fine settimana di primavera, da un giovane ragazzo di origini modenese, l’attuale portiere Gianluigi Pellegrino, che ha cercato di mettere insieme il suo affetto per Marzano, paese originario dei nonni, e la sua passione per il ruolo di portiere: ha spiegato che egli voleva creare qualcosa che avvicinasse tutti i giovani di Marzano, “dagli eterni sfiduciati a quelli (sempre troppo pochi) che ancora nutrivano un barlume di speranza nei confronti del loro paese”; un qualcosa alla base del quale ci sarebbero stati amicizia, senso di responsabilità e voglia di divertirsi.

Così, con l’aiuto di Antonio Buonanno, primo mister della squadra, è nato l’attuale Consiglio Direttivo e, nel settembre del 2014, gli Atletici hanno iniziato nel Campionato amatoriale CSI di Cassino; in breve, per usare le parole del segretario Gennaro Zinno, la squadra è la realizzazione di “un sogno di mezza estate nel vero senso della parola”.

Ma la squadra non è soltanto un’aggregazione sociale, anzi, in primo luogo è un’occasione di crescita: “è una macchina con cui, se ogni componente non è in sinergia con gli altri, difficilmente si possono ottenere delle buone prestazioni”. Essa insegna a saper rispettare le idee di tutti, educa al confronto e al dibattito, soprattutto sugli esiti delle varie partite o sui comportamenti avuti dai singoli membri. La squadra è tale in campo, nello spogliatoio, ma anche al di fuori, cioè nella quotidianità degli incontri, delle uscite serali, davanti a una birra o in una pizzeria. Sentirsi parte di qualcosa di grande e bello, comporta la sincera dedizione e la costante vicinanza di ogni membro, anche se si è impossibilitati per questioni lavorative o per infortuni di vario genere.

Ma il bello di essere squadra sta anche nell’accettare le sconfitte: “sarebbe ipocrita dire che si accetta ogni sconfitta come se nulla fosse”, ribadisce il segretario, anche perché una sconfitta può diventare teatro di un confronto molto acceso, “ma l’importante è non mancare mai di rispetto, ai compagni come agli avversari” e soprattutto non colpevolizzare nessuno, perché farlo sarebbe “una mancanza di responsabilità e ne consegue l’integrità morale e il rendimento in campo del giocatore “colpito”, ma altresì della serenità del resto della squadra”, specifica il portiere, (non è un caso che la squadra si sia aggiudicata il Trofeo Fair-play della stagione 2015-2016). Pertanto, essere squadra, comporta anche un’educazione alla fiducia vicendevole.

Ma dinanzi a ciò, segno della “vittoria della passione sull’arrendismo” e sulle cattive sentenze che si scagliano contro le giovani generazioni, forse la comunità di Marzano dovrebbe fare qualcosa in più: certo, una piccola parte di essa sta rispondendo bene, però, stando alle parole di Gennaro Zinno, c’è un po’ di delusione dal momento che la squadra è poco seguita sul campo, “perché non capita tutti i giorni che una squadra, composta per la maggior parte da locali, abbia chiuso un girone d’andata in classifica e sia a giocarsi la vittoria del campionato e l’accesso alle fasi regionali”. Difatti, il percorso dell’Atletico è stato una grande rivelazione: dopo il campionato CSI di Cassino con l’accesso ai Play-off, dopo il terzo posto nel torneo CSI interregionale di Bojano, dopo il quarto posto al campionato CSI di Caserta e dopo l’accesso alle fasi regionali, si sta lottando per il Campionato.

Allora, non resta che far un grosso in bocca al lupo a questi giovani ragazzi, soprattutto per queste quattro decisive giornate, perché come ha detto Raffaele Caldarone, un membro della squadra, “l’Atletico è un grande gruppo…fatto di persone unite da senso di responsabilità e passione per il paese e per la maglia che rappresentano”, per questo, essi meritano il meglio e tutto il supporto possibile.

 

 

 

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Di Thomas Scalera

Il Guru

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