Un premio internazionale per il garante dei detenuti di Napoli Pietro Ioia
NAPOLI. Il prossimo 7 settembre alle ore 14:00, presso la Sala Baroni del Maschio Angioino, il garante dei detenuti di Napoli Pietro Ioia riceverà un premio internazionale dedicato alla memoria di Martin Luther King.
Un premio che porta dentro di sé il peso con cui costantemente il garante Ioia fa i conti mentre lotta per i diritti umani, soprattutto dei diversamente liberi. Non è sicuramente facile portare questo peso e gestire una responsabilità di tale portata perché ciò presuppone tante altre qualità che Pietro possiede, come una grande umanità ed un senso di civiltà che va ben oltre le passerelle a cui si è stati abituati per moltissimo tempo.
Pietro è un ponte di dialogo e costruzione di intenti, tra una società ancora troppo sorda, gli addetti ai lavori, chi ha potere istituzionale e la voce di chi dietro le sbarre si vede calpestare diritti giorno dopo giorno e, spesso, anno dopo anno.
Un uomo dunque che crede nelle misure alternative previste dall’ordinamento penitenziario come la semilibertà, le diverse forme di detenzione domiciliare e di affidamento in prova al servizio sociale e non solo. Ma soprattutto un garante che si è sempre speso per i detenuti e per i loro parenti, i figli minori il più delle volte dimenticati dal motore sociale che ruota attorno al sistema carcerario. Non esistono giorni di festa per lui e non soltanto perché si reca nei penitenziari anche in tali giorni, bensì perché ascoltando la sofferenza dei racconti dei carcerati, con difficoltà vive serenamente quel che resta delle sue giornate una volta rientrato a casa. Una missione la sua, quella di un attivista e di un difensore dei diritti umani che lascia sempre i riflettori accesi sul ‘detenuto persona’ , una realtà che tanti cercano costantemente di sgretolare e calpestare. Una realtà che esiste, vive ed ha bisogno di molte mani, altrettanti voci e di una specifica progettualità di integrazione/reintegrazione e ricostruzione di sé per poter tornare a sentirsi, percepirsi come ‘esseri umani’ con diritti incontestabili e da difendere.
Riportiamo le dichiarazioni di Pietro Ioia pubblicate sulla sua pagina Facebook personale: “E’ un onore ricevere un premio internazionale dedicato alla memoria di Martin Luther King, perché sono proprio le parole di questo grande uomo che ogni giorno mi guidano nella mia lotta non violenta contro le ingiustizie del carcere. Ho sempre denunciato le violenze e le gravissime condizioni in cui si trovano i detenuti perché, come diceva King, “ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi, ma l’indifferenza dei buoni”. Dobbiamo continuare a coltivare il sogno di una società diversa, in cui la pena sia un’occasione di cambiamento e di ritorno ai valori costituzionali. Abbiamo bisogno dell’impegno e del coraggio di tutti perché, parafrasando le parole di King: “Io ho un sogno, che un giorno per le strade della nostra amata terra, i figli di coloro che un tempo furono vittime della ingiustizia e i figli di coloro che furono autori di quelle ingiustizie, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza”. E’ il senso dell’art. 2 della Costituzione, la solidarietà, ed è la speranza della nuova riforma del ministro Cartabia: la giustizia ripartiva, cioè la possibilità di immaginare un nuovo sistema di pene capace di rieducare senza violenza e di riparare le vittime nel loro bisogno di giustizia, perché la vendetta è un solo un nuovo calice di veleno”.