• Ven. Mar 29th, 2024

Perché crediamo negli oroscopi? La seduzione di accedere al futuro ed altri meccanismi psicologici

“Dico sempre di non credere all’oroscopo ma di verificarlo” [Paolo Fox]

Perché crediamo negli oroscopi?

Che si tratti di arte o pseudoscienza, pochi riescono a resistere al fascinoso e seduttivo potere dell’astrologia.

Secondo quanto espresso dallo Psichiatra Tonino Cantelmi, il numero di persone che legge gli oroscopi aumenta vertiginosamente ad ogni inizio d’anno, raggiungendo una stima di 9 su 10. Sembra, dunque, che anche i più scettici, coloro che disdegnano o ridicolizzano questo genere di frivolezze, almeno una volta all’anno si lascino corrompere dalla curiosità di conoscere prima che accada ciò che il futuro riserverà loro. Vediamo, quindi, quali sono le recondite motivazioni che ci inducono in tentazione in questa forma di gioco collettivo.

Curiosità ed egocentrismo

La curiosità, nella sua banalità apparente, è una motivazione assai solida. Ognuno di noi, almeno una volta, ha espresso il desiderio di conoscere l’inconoscibile. La nostra evoluzione ci ha portato ad avere il dono dell’immaginazione e quindi, in parte, quello della previsione, di poter fare pronostici, ragionare su ipotetici scenari futuri derivanti dalle azioni presenti. Ma il futuro, così considerato, è solo una approssimata proiezione, non un fenomeno certo. Alla domanda “Cosa riserverà il domani?” la scienza può rispondere solo a tentoni, procedendo per ipotesi, calcolando dati, azzardando statistiche e previsioni. Ma, anche così, resta un fenomeno macroscopico, per quanto di sconfinata portata. Le persone, invece, immerse nel loro edonismo ed egocentrismo, desiderano sapere cosa accadrà loro specificamente.  Anelano all’accesso di un altro tipo di conoscenza, che potremmo definire egocentrica. Vogliono sapere se incontreranno l’uomo della loro vita, se i loro affari andranno per il verso giusto, se ci sarà quella svolta tanto attesa grazie alla giusta congiuntura astrale.

Bisogno di certezza e rassicurazione

Laddove la scienza fallisce, lasciando quell’alone di mistero, possono intervenire le pseudoscienze. La gente vuole risposte, non importa che si tratti di false verità.  Ha bisogno di etichettare eventi ed emozioni, anche casuali. È questo il motivo per cui i cartomanti, gli stregoni, i medium, i sensitivi hanno ancora un successo stratosferico. Il bisogno di certezze esercita una forza calamitante difficile da contrastare. E molte persone di certezze si nutrono, a prescindere da quanto esse siano vere, dimostrabili, verificabili.  Purché, ovviamente, siano propinate in un certo modo, come vedremo. Il punto è che sapere prima che accada ciò che accadrà è rassicurante. Al diminuire del livello di incertezza si attenua anche la paura. Le persone si sentono confortate dall’idea di sapere quello a cui andranno incontro, sia esso bello, per poterne gioire di più, che brutto, pensando che erano già psicologicamente preparate a quell’evento avverso. Inoltre, anche il più catastrofico oroscopo non ci darebbe mai per spacciati. Esso sarà strutturato in modo da presentare almeno un elemento che infonda fiducia o su cui poter lavorare. Questo elemento rinvigorisce il loro potere.

Retaggio culturale

Molto tempo prima che Freud descrivesse l’inconscio, i nostri progenitori avevano già intuito la presenza di una parte della nostra vita mentale su cui non esercitiamo un controllo diretto. Questo “inconscio degli antichi”, tuttavia, aveva peculiarità diverse rispetto a quello freudiano. I sogni, uno dei canali con cui l’inconscio tenta di mettersi in contatto con noi, erano interpretati come dei segnali inviati dalle divinità, il loro modo di manifestarsi. Anche alcuni fenomeni naturali erano interpretati sulla stessa falsariga. Un improvviso temporale, ad esempio, avrebbe potuto significare la rabbia o il rancore di un dio per un nostro cattivo comportamento. La pioggia, dopo mesi di siccità, un regalo di un dio per far rinvigorire la terra, donando frutti agli uomini. Ogni messaggio necessitava di un interprete, uno specialista che lo traducesse: uno stregone, un aruspice, oppure un uomo considerato saggio per quella cultura. Via via che andava dissolvendosi il credo nei confronti delle divinità, persisteva comunque la necessità di spiegarsi certi fenomeni. I segnali c’erano, a prescindere da chi li avesse mandati. Occorreva, comunque, accedere a tecniche di interpretazione. Il codice poteva essere un numero da giocare al lotto, una combinazione di carte o di numeri dati dal lancio dei dadi, un manuale in grado di predire il futuro, come quello custodito nella biblioteca dell’Ospedale San Giovanni e Paolo, a Venezia. Curiosamente, il manuale, utilizzato nel Rinascimento per la divinazione, è diviso nelle stesse sezioni degli oroscopi: amore, salute, lavoro, ecc…Una funzione esercitata da maghi e cartomanti e a cui non potrebbe accedere uno che non è prescelto.

Il mondo digitale come terreno fertile

Astrologia e Internet sono due mondi comunicanti. Il motivo? L’astrologia ha fatto sua l’arte della “riduzione ai minimi termini” e Internet l’arte della divulgazione dei minimi termini. Entrambi sono in grado, cioè, di semplificare idee e concetti riguardanti la personalità e di diffonderli velocemente, in modo da renderli non solo accessibili, ma anche facilmente digeribili. Non stupisce, dunque, che i cosiddetti Millennials si affaccino frequentemente al mondo dello Zodiaco.

Suggestione e superstizione

La forza della suggestione può essere devastante, specialmente in un momento di estrema fragilità o di scarsa lucidità. Pur nella razionalità e nello scetticismo che possono o meno contraddistinguere la nostra personalità, infatti, possiamo cadere vittime di un’influenza esterna che agisca sulla nostra coscienza più o meno esplicitamente e ci convinca che accadrà esattamente quello che c’è scritto nell’oroscopo del nostro segno zodiacale. Non dimentichiamo, inoltre, che ci sono molte persone che hanno uno stile di attribuzione causale esterno (locus of control esterno), cioè tendenti a rimettere fuori da loro stesse le motivazioni per cui certi eventi si verificano, come abbiamo evidenziato nell’articolo sulla superstizione.

Bias di conferma

Se ciò che è scritto dovesse effettivamente verificarsi in più di una occasione, per un fenomeno noto come bias di conferma, tenderemmo quasi sicuramente a solidificare la convinzione per cui gli oroscopi non mentono e, anzi, sono veramente in grado di predire il futuro. Nello specifico, il bias di conferma consiste nella tendenza a non abbandonare una credenza che si ritiene vera, e di cui, quindi, non viene messa più in discussione la veridicità, cercando, al contrario, continue prove in suo favore, della sua esattezza.

Profezie che si autorealizzano

Le profezie autoavveranti sono quel bizzarro fenomeno, già discusso, per cui finisce col verificarsi esattamente quello che speravamo/temevamo. La predizione genera l’evento e l’evento genera la predizione. Se, quindi, leggiamo l’oroscopo della giornata ad inizio giornata, è molto probabile incorrere in questo fenomeno. Il motivo per cui accade è che saremo influenzati da ciò che abbiamo letto. Se, dunque, l’oroscopo dovesse raccomandare di fare attenzione alle automobili in strada poiché siamo in un periodo in cui la distrazione e l’imprudenza governano sovrane, è molto probabile che presteremmo maggior attenzione, comportandoci in maniera più cauta del solito. Se invece leggessimo l’oroscopo alla fine della giornata, saremmo in qualche modo indotti ad interpretare la nostra giornata sulla base di quanto scritto, incorrendo nel bias di conferma. A questo punto, visto che è un circolo vizioso, è già in parte spiegato il loro successo.

Effetto Forer e le descrizioni generiche di personalità

L’effetto Forer, anche noto come effetto di convalida soggettiva, è quell’effetto cognitivo che si verifica grazie al fatto che le descrizioni personologiche, tipiche degli oroscopi, possono adattarsi ad un numero molto ampio di personalità in quanto vaghe, generiche, applicabili facilmente a chiunque ma, comunque, tendenti a rimarcare l’illusione di essere state strutturate ad hoc per quella persona, quindi vestendosi di una specificità che in realtà non hanno. Oltre a ciò, quand’anche dovessimo considerare che un aspetto particolare di una descrizione non ci appartenga davvero, quanto più esso è lusinghiero e volto a tratteggiare come vorremmo essere (anziché come realmente siamo) tanto più saremmo propensi ad accettarlo.

Forer condusse l’esperimento su 39 soggetti per giungere a queste conclusioni. Anche esperimenti successivi hanno confermato che una percentuale compresa tra l’80% e il 90% dei soggetti dichiara di sentirsi rappresentato dalla descrizione, anche se essa era estratta casualmente da uno dei segni dello zodiaco.

Se ciò non vi avesse ancora convinto, si pensi che lo psicologo triestino Gaetano Kanizsa condusse un esperimento chiedendo ai partecipanti di tracciare una figura libera senza mai staccare la penna dal foglio e dicendo loro che da quella figura sarebbe stato per lui possibile descrivere la loro personalità. La maggior parte di essi trovò azzeccata la diagnosi, nonostante fosse la stessa per tutti!

Conclusioni

Alla luce di quanto detto, risulta piuttosto difficile rispettare l’invito di Paolo Fox di verificare l’oroscopo, anziché credervi. Ci sarà sempre in sordina la tendenza a cercare di confermare quello che vi abbiamo letto e sarà difficile mostrare una posizione neutrale e critica. A prescindere da questo aspetto che potrebbe spaventare, resta il dato che molte persone possono leggere l’oroscopo per puro diletto, intrattenimento, noia, divertirsi con gli amici, giocare a trovare l’anima gemella verificando la compatibilità tra i segni zodiacali. Solo una bassa percentuale vi si accanisce e sviluppa una ossessione patologica al punto da restarsene rintanata in casa se esso ammonisce che sarà una brutta giornata. Tuttavia, in questo come in tantissimi altri fenomeni, è interessante considerare le varie trappole cognitive di cui possiamo cadere vittime e che orientano i nostri comportamenti verso scenari impensabili, spesso senza nemmeno rendercene conto. Quante delle nostre scelte sono veramente libere e quante, invece, frutto di una invisibile influenza nascosta?

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Di Thomas Scalera

Il Guru

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