L’ espressione “la speranza è l’ultima a morire” si collega al mito di Pandora e al detto latino Spes ultima dea, essendo la speranza l’ultima entità a cui ci si rivolge nei momenti difficili.
Nel poema “Le opere e i giorni”, Esiodo racconta di come Zeus si infuriò contro Prometeo, dopo che questi aveva rubato il fuoco divino usandolo, in un impasto di terra e pioggia, per forgiare gli uomini. Il fuoco divino era un privilegio riservato esclusivamente agli dei e Prometeo, con quel gesto, li aveva sfidati.
La vendetta non tardò ad arrivare: Prometeo fu incatenato sul Caucaso e condannato per l’eternità ad avere un’aquila che gli mangiava il fegato per tutto il giorno. Di notte, invece, il fegato si rigenerava per poter essere nuovamente divorato e prolungare quindi la sua pena. Zeus si volle vendicare anche degli uomini e commissionò ad Efesto di forgiare una donna che avrebbe portato nel mondo innumerevoli sofferenze.
Dato che questa nuova creatura aveva ricevuto un omaggio da ciascuna delle divinità, fu chiamata Pandora, che significa “tutti i doni“. Bellezza, intelligenza, curiosità e astuzia erano solo alcuni dei doni ricevuti e che rendevano questa donna molto fascinosa e intrigante. Diversamente dalle altre divinità, Zeus la omaggiò con un oggetto: le diede in dono un vaso chiuso e la richiesta di non aprirlo mai, se non dopo un suo preciso ordine.
Pandora accettò la richiesta ma, non riuscendo a trattenere la curiosità di verificarne il contenuto, aprì il vaso, causando la fuoriuscita di tutti i mali del mondo in esso contenuti, che si diffusero tra gli uomini inevitabilmente. Accortasi dell’inconveniente, la donna provò a chiudere il vaso, riuscendo a trattenere all’interno solo la Speranza, che era sul fondo e non era riuscita ad uscire.
Il mondo, con i mali fuoriusciti dal vaso, divenne un luogo tetro e triste finché Pandora non decise di riaprirlo, permettendo anche alla Speranza di diffondersi e vivere tra gli uomini.
Da questo mito deriva anche l’espressione:” aprire il vaso di Pandora” per indicare un’azione apparentemente innocua, ma dalle notevoli e spiacevoli conseguenze.