Nelle ultime settimane, in concomitanza all’inizio della guerra tra Russia e Ucraina i consumatori abituali di grandi marchi di supermercati italiani hanno riportato un dato allarmante, una crescita eccessiva dei prezzi delle materie prime. Anche beni di prima necessità , quali pane, olio, farine, affettato, pasta. Tutto ormai ha subito un rialzo davvero enorme, considerando, soprattutto, il fatto che la guerra non è in Italia. Se dovesse arrivare anche qui allora cosa succederebbe ? Sempre più preoccupate le famiglie che stentano tra il caro gasoli e quello alimentare ad arrivare a fine mese. Per non parlare dei titolari di attività che devono fare fronte a spese insostenibili e sono costretti a loro volta a proporre prezzi differenti al cliente. Tutto questo in una cornice, quella italiana, già di per sé abbastanza critica. Bisogna però notare un dettaglio, su cui, molti consumatori si sono soffermati , i prezzi più alti li troviamo nelle grandi linee di supermercati mentre i discount sono rimasti invariati sostanzialmente. Quindi cosa c’è dietro? Chi deve guadagnarci ? Chi marcia sulla situazione europea di questo periodo storico ? Sono tutte domande legittime da parte del cliente finale che riceve la materia prima a prezzi esorbitanti e non può contare più sul marchio che ha sempre preferito. Siamo costretti tutti a cambiare anche il tipo di spesa che abbiamo sempre fatto. Anche perché le marche degli affettati, ad esempio, sono esattamente le stesse sia nel supermercato a marchio Decó o Conad che al discount ( MD o Eurospin) quindi non ha senso la disparità di prezzo che è stata rilevata. Sarebbe opportuno indagare sul perché di queste disparità di prezzo in un Paese come il nostro in cui il prezzo del gasolio per il trasporto delle merci è uguale per tutti.