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#Referendum17Aprile: intervista al Comitato per l’Agro Caleno

DiThomas Scalera

Apr 15, 2016
trivelle
Una manifestazione contro gli impianti estrattivi in mare

Si avvicina la data del Referendum abrogativo del 17 aprile. Il quesito referendario chiede ai cittadini se far cessare l’estrazione di idrocarburi entro le 12 miglia alla scadenza delle concessioni. Bisogna votare SI se si vuole che le estrazioni avvengano fino alla scadenza della concessione, votare NO o astenersi se si vuole che le estrazioni proseguano fino all’esaurimento della risorsa. Sulla tematica abbiamo ascoltato in un’intervista il Comitato per l’Agro Caleno che ha sostenuto una campagna referendaria a favore del SI.

Quali sono le ragioni per votare SÌ a questo Referendum?

Le ragioni sono molteplici. A livello nazionale, anche per facilitare la comunicazione, le abbiamo sintetizzate in 7 punti focali su cui abbiamo improntato la nostra campagna referendaria: Il tempo delle fonti fossili è scaduto: il governo deve investire da subito su un modello energetico pulito, rinnovabile, distribuito e democratico; Le ricerche di petrolio e gas mettono a rischio i nostri mari e non danno alcun beneficio durevole al Paese; L’estrazione di idrocarburi è un’attività inquinante, con un impatto rilevante sull’ambiente e sull’ecosistema marino; In un sistema chiuso come il mar Mediterraneo un eventuale incidente sarebbe disastroso e l’intervento umano pressoché inutile; Trivellare il nostro mare è un affare per i soli petrolieri che in Italia trovano condizioni economiche tra le più vantaggiose al mondo, a cui però non corrisponde una reale ricaduta occupazionale e di sviluppo; Oggi l’Italia produce più del 40% della sua energia da fonti rinnovabili, con 60.000 addetti tra diretti e indiretti, e un volume di affari di 6 miliardi di euro; Alla conferenza ONU sul clima tenutasi a Parigi lo scorso Dicembre, l’Italia – insieme ad altri 194 Paesi – ha sottoscritto uno storico impegno a contenere la “febbre” della Terra entro 1,5 gradi centigradi, perseguendo con decisione l’abbandono dell’utilizzo delle fonti fossili.

Si parla di energie rinnovabili ma nei prossimi anni il nostro Paese sarà comunque dipendente dalle fonti fossili. Non trovate pericoloso che l’Italia sia dipendente da importazioni da parte di Paese instabili politicamente?

Certo che sarebbe pericoloso, ma la soluzione è investire in tecnologie che ci svincolino dall’utilizzo delle fonti fossili. Inoltre, il gas oggetto del referendum è pari al 3% dei consumi e il petrolio incide per l’1%. Quantità che non influenza minimamente la quota di idrocarburi importati e facilmente compensabile con una necessaria riduzione dei consumi. Ripeto, è solo investendo da subito su un modello energetico pulito e rinnovabile che sarà possibile attuare un programma di indipedenza energetica e sostenibilità ambientale. In Europa lo stanno già facendo in tanti, perché non possiamo farlo anche noi?

Si è parlato molto della tutela del mare. La pesca intensiva minaccia l’equilibrio dell’ecosistema marino ma non se ne sente parlare e chi lavora nel settore ittico sostiene il SI. Non c’è dell’ipocrisia sotto questo aspetto?

Lo sfruttamento intensivo, di qualunque natura esso sia, non è mai sinonimo di buona pratica. Come Comitato ci battiamo contro questo modello di sviluppo che si fonda sull’esproprio delle risorse comuni per metterle a profitto. La nostra è una posizione chiara. Non possiamo rispondere per altri, bisognerebbe approfondire l’argomento per dare una risposta sensata.

Molti politici chiedono il boicottaggio delle urne, cosa pensate in proposito?

I politici chiedono il boicottaggio delle urne quando gli elettori sono chiamati a prendere una posizione chiara su temi di interesse comune. Fanno il diavolo a quattro per mandare la gente al voto quando invece si tratta di ottenere una poltrona. Nel caso specifico, siamo abbastanza convinti che chi guida un Governo in cui ci sono Ministri che vengono colti con le mani nel sacco proprio mentre fanno favori ai propri amici petrolieri abbia ben poca credibilità sulla faccenda. Stavolta andare a votare è nell’interesse di tutti.

Pensate di raggiungere il quorum?

È sicuramente un obiettivo difficile ma non impossibile. L’impegno assunto dai movimenti, da tante associazioni ambientaliste e dai comitati promotori è importante e ammirevole, soprattutto quando ci si trova davanti ad un sistema che cerca di boicottarti in tutti i modi. Nel nostro piccolo faremo di tutto per dare un contributo per superare la fatidica soglia. In ogni caso, a prescindere dal quorum e dall’esito del referendum, siamo consapevoli che le battaglie non si vincono delegando alle istituzioni la risoluzione dei problemi. Dal giorno successivo alle votazioni, la sfida sarà quella di essere presenti sui territori per riappropriarci di quanto, attraverso lo sfruttamento e la speculazione, quotidianamente ci viene sottratto. La nostra è una lotta che non si ferma il 17 aprile.

Come stanno reagendo i cittadini alla vostra propaganda? C’è interesse?

Nel nostro piccolo ci siamo attivati per essere presenti nei tre principali comuni dell’Agro caleno, con buoni risultati. Abbiamo iniziato con banchetti e volantinaggi nelle piazze di Calvi Risorta e Pignataro Maggiore; concluderemo la nostra campagna referendaria sabato 16 allo spazio CALeS di Sparanise, dove terremo una assemblea per parlare di ambiente e salute nell’ottica di un rilancio dell’iniziativa dal basso, che ci vede sempre in prima linea. Contro la speculazione e l’impoverimento conseguenti all’espropriazione ed alla messa a profitto dei territori.

Vuoi lasciare un messaggio a chi legge questa intervista?

Si… ci piace condividere con voi questo pensiero dello scrittore Erri De Luca sul referendum del 17 aprile: “al governo serve un’astensione totale dei cittadini, una rinuncia a partecipare e interessarsi, complice una informazione che procede a reti unificate con la censura del referendum. Istigano alla diserzione dalle urne. Al governo serve l’anestesia delle coscienze per proseguire con la svendita e lo stupro del territorio, come fosse cosa sua privata. Siamo alla democrazia drogata da anestetico. Perciò il 17 aprile lo chiamerei giorno di caffeina civile, giorno di adrenalina e di pronto soccorso al nostro suolo. Non è un voto contro il governo, è il voto di chi vuole bene al suo Paese”.

agrocaleno
Il simbolo del Comitato per l’Agro Caleno
USCITA A1 CAIANELLO VIA CERASELLE TUTTI I GIORNI DAL LUNEDI AL SABATO ORARIO CONTINUATO 08:00 20:30 DOMENICA 08.00 13.00
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Di Thomas Scalera

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