Libri usati, materiali economici e acquisti online per ricevere eventuali sconti. Ecco come gli Italiani vivono il ritorno a scuola
Si ritorna a scuola e tra zaini e materiale richiesto dagli Istituti, per molte famiglie italiane è davvero difficile soddisfare ogni necessità.
Già da settimane è partita la caccia ai testi usati nei vari gruppi scolastici presenti sui social ed ogni genitore cerca di accaparrarsi il testo migliore ad un buon prezzo perché effettivamente,
comprarli nuovi non è sempre possibile.
Dopotutto, anche i Wesley andavano a caccia di testi usati per la loro numerosa prole!
Da aggiungere, il rincaro vita, che ha portato i costi dei testi a lievitare dell’8 al 12% stando agli ultimi dati della Sil Confesercenti.
Oltre quindi ai gruppi online, ci si affida ai mercatini rionali ed alle app. Sì, negli ultimi due anni le migliori richieste sono state soddisfatte da piattaforme quali Vinted,
surclassando Ebay e Subito.it, e Wallapop, complice la buona pubblicità creata appositamente,
e tra i dati registrati si evince che le richieste maggiori inerenti all’usato vengono dalla Campania, seguita da Lombardia e Piemonte.
Da aggiungere alla spesa di testi e materiale scolastico,
Bisogna calcolare il costo di trasporto e di uniformi scolastiche ormai adottate in molti Istituti statali e non della scuola Primaria e Secondaria;
il tutto ovviamente a carico delle famiglie.
Non mancano di certo aiuti quali buoni libri, riscuotibili non nell’immediato e solo per testi nuovi,
e borse di studio per gli studenti più meritevoli per quanto concerne gli Istituti Superiori e Università.
Per approfondire l’argomento sul campo, abbiamo sentito l’opinione di alcuni commercianti del settore per capire quali fossero le richieste delle famiglie e come affrontavano gli acquisti scolastici.
A rispondere gentilmente alle nostre domande è stato il proprietario della Cartolibreria – Edicola Nasta sita ad Angri (Sa):
“La clientela è divisa tra chi cerca il marchio per accontentare il proprio figlio e chi invece cerca di acquistare lo stretto necessario.
Tra le richieste di quest’anno c’è Barbie. Se l’anno scorso era l’anno della Ferragni con i suoi accessori luccicosi, quest’anno a farla da padrona è il rosa confetto della celebre bambola.
Non mancano le richieste per gli ‘storici’ sempre presenti ogni anno con le nuove agende e quaderni di ottima qualità ma con costi non accessibili per tutti.
Diciamo che si spende maggiormente per la scuola Primaria in cui vince il concetto di ‘accontentare’ il bambino non badando a spese. “
D’altro canto,
ci sono le famiglie che preferiscono acquistare in blocchi e senza marchio per avere circa un risparmio del 40%,
per non parlare poi dell’aumento degli acquisti online per poter usufruire di sconti ‘acchiappa clienti’.
Abbiamo avuto modo di parlare con varie famiglie con disponibilità economiche diverse proprio per confrontarsi sulle scelte fatte quest’anno in base a vari fattori.
Alcune famiglie
guidate dal singolo genitore o da un solo genitore lavoratore hanno manifestato grande difficoltà nell’acquistare il necessario senza ovviamente avere pretese ma cercando di accontentare i piccoli studenti.
La loro spesa di solo materiale al di fuori dei testi si è aggirata intorno ai cento euro, sperando di poter recuperare testi usati anche se le edizioni sono in continuo cambiamento.
Uguale situazione è per i nuclei familiari in cui a lavorare siano entrambi i genitori, i quali, dovranno sostenere una spesa non di poco per i figli Liceali,
mentre per l’Infanzia non è da poco la spesa per il materiale richiesto per le attività ludiche da praticare a scuola mentre per la Primaria la spesa più onerosa è sicuramente
per zaini e accessori di un certo marchio da aggiungere la spesa per l’uniforme che, secondo alcuni sondaggi, siamo intorno ai 70 euro.
Ascoltando le testimonianze di queste famiglie si è appurato che, in effetti, oltre alla spesa scolastica, quello che si aggiunge è sicuramente spese straordinarie tra sport,
dentista e abbigliamento che, non sembra, ma sul bilancio familiare incide tantissimo portando molti a rinunciare per incompatibilità con il bilancio familiare.
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