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Si continua a rosicare dalle parti di Londra, anche una petizione per rigiocare la finale: agli inglesi proprio non passa

Da qualche giorno Londra pullula di castori e topi, animali noti per il loro rosicare. E mica solo loro, rosicano un po’ tutti. Del resto è comprensibile: sentirsi già campioni, oltretutto giocando anche in casa propria, per poi perdere e vedere la coppa partire in direzione Roma è stato peggio di una coltellata.

Gli inglesi erano straconvinti di vincere. Ex calciatori avevano detto che l’Inghilterra è superiore, che l’Italia non è all’altezza, è fortunata, e bla bla bla. I francesi Vieira e Barthez (brucia ancora il 2006), ma pure i ‘padroni di casa’ Rio Ferdinand e Neville. E poi i giornali britannici che avevano già le prime pagine pronte, i tifosi che si erano addirittura tatuati il trofeo. Ecco, così è stato ancora più bello. Nel vostro stadio, poi, e con oltre 60mila teste. Andando anche sotto nel punteggio.

Per non parlare del nostro inno fischiato, delle bandiere tricolori date alle fiamme. E i calciatori inglesi che si tolgono la medaglia d’argento dal collo al momento della premiazione. Un atteggiamento poco rispettoso e di scarsissima sportività, anche verso i propri supporters (molti dei quali avevano già abbandonato Wembley).

E questo sarebbe il famoso fair play inglese? Caspita. E’ sparito definitivamente, alle 23:54 di domenica quando Donnarumma ha messo il guantone sul pallone dell’ultimo penalty.

Infine, notizia di queste ore, qualcuno vorrebbe far ripetere la partita. Sono stati lanciati appelli sui social, addirittura è stata presentata una petizione con migliaia di firme al seguito per rigiocare la finale. Ovviamente da precisare, ma non ce ne sarebbe neanche bisogno, che è impossibile accada una cosa del genere. Per loro è una speranza (hope in inglese), destinata a morire.

The cup is coming Rome! Rosications in London! Da qui è tutto, linea allo studio.

Di Andrea De Luca

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