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Generazione Z e alcol: Un connubio imperfetto

‘I Giovani d’oggi’ bevono troppo, questo è il risultato di una recente indagine, ma la domanda cruciale è : Chi vende alcol alla Generazione Z?

Il Mojo :” Non vendiamo alcol ai minori

Bere non è la risposta ma Bevendo

 ti dimentichi la domanda

2023 – Generazione Z : Cosa significa? E’ il nome dato alla nuova generazione, quelli nati dal 1997 al 2012.

I tempi sono cambiati e con essi anche il modo di vivere l’adolescenza.

Noi, ‘figli’ delle serie trasmesse in tv a cadenza settimanale, del Festival Bar, del vedersi al solito posto di pomeriggio, della musica in Cd sapientemente masterizzato a casa dell’amico che aveva il Pc di ultima generazione, noi,

nell’epoca dell’alta tecnologia che non sappiamo minimamente usare alla perfezione, ci confrontiamo con la nuova generazione fatta di social, selfie, musica più attuale ed una genetica pazzesca.

Sì, dobbiamo dirlo, i giovani attuali hanno una fortuna sfacciata perché nascono già fighi e non devono sorbirsi il taglio a caschetto fatto in casa che ha devastato ognuno di noi nella nostra infanzia.

Cosa ama la Generazione Z?

Sicuramente stare sui social, sicuramente avere più libertà, e dopo il Covid sicuramente il bisogno di socializzare di più perché sono stati due anni davvero difficili.

Parliamo di adolescenti, di primi amori e di prime esperienze. Bei tempi, no? Ma effettivamente, come si divertono i ragazzini di adesso?

Con un uso spropositato di alcol.

Sempre più spesso, già durante il Covid, c’era l’abitudine, indipendentemente se si poteva o meno,

di incontrarsi in luoghi come piazze, parcheggi e posti meno esposti, mettere musica e passare la serata in allegria, il tutto sapientemente accompagnato da alcol.

Domanda Cruciale: Chi glielo vende?

Ascoltando alcuni esponenti della Generazione Z, l’alcol viene reperito in casa, al supermercato e da alcuni locali che, causa caos serale,

non ha modo di verificare se la persona è un minore o meno, vende l’alcol, di solito in vetro, al giovane.

Ma si può?

Certo che no, il punto però è : Se è vietato vendere alcol ai minori, perché il consumo è aumentato?

Psicologia inversa?

No, semplicemente, c’è sempre il maggiorenne che si ‘sacrifica’ per la causa e compra da bere e che riesce a raggirare il sistema controlli.

A far luce sull’accaduto è un noto imprenditore di Angri, Pasquale Mainardi, che ha deciso di rispondere ad alcune domande visto che ha un locale in piazza, il Mojo,  ed ha un pubblico vasto e varieggiato.

Negli ultimi tempi sono aumentati i casi di violenza tra i giovanissimi dovuto al fatto che,

non sapendo gestire le loro capacità in seguito all’uso di alcol,

come gestite l’afflusso di clientela di cui, una parte è composta da minori?

“La nostra clientela sa perfettamente che non vendiamo alcol ai minori.

La problematica c’è perché ci sono minori che riescono ad acquistare alcol ma noi combattiamo questo fenomeno, infatti,

al momento della richiesta è uso e consuetudine chiedere un documento di riconoscimento per accertarci della maggiore età.

Il pubblico adulto sa gestire il suo corpo e sa cosa e quanto bere il minore effettivamente no.”

Non sempre ci sono luoghi che possano ospitare o intrattenere i ragazzi così giovani:

Cosa ovviare a questo inconveniente che porta poi, da parte loro, a fare scelte non idonee alla loro giovane età?

“Da gestore capisco il loro bisogno, infatti, stiamo organizzando delle serate adatte anche a quella fascia di età, con agevolazioni sul consumo di cibi e bevande analcoliche, il tutto ovviamente rispettando un target di orario.

Infatti, dopo, vogliamo dedicarci alla clientela adulta con cui ci si rapporta in maniera diversa.”

I problemi però non mancano:

Risse, litigi e bottiglie di alcol sparse in giro e lasciate negli spazi aperti al pubblico. Come fanno a reperire l’alcol?

“Lo possono reperire da casa, dai supermercati o grazie a qualche amico più grande che acquista per tutti. Da parte nostra,

che non vendiamo in vetro, posso mostrare ciò che viene trovato la mattina post una serata e sono tutti residui non appartenenti alle nostre dispense ma ugualmente eliminiamo e gestiamo gli spazi da noi utilizzati.

Questa cosa è stata fatta presente più volte e non ci stancheremo mai di ribadire e precisare il modo in cui amiamo lavorare. 

Diamo la possibilità ai ragazzi di partecipare alle nostre serate, perché il divertirsi non è sinonimo di bere come molti sostengono e pensano ma è la buona compagnia.”

Quale messaggio vogliamo dare ai colleghi e ai ragazzi?

“Spero che i colleghi che vendono alcol ai minori siano davvero pochi ma chiedo loro di tutelare la categoria, non è così che si lavora bene.

Non si lavora onestamente se vendiamo uno Spritz a 4 euro solo per agevolare i più giovani a consumare, meglio investire su prodotti di qualità e lasciamo l’alcol agli adulti che bevono responsabilmente.

Per quanto riguarda i ragazzi, dico che ci si può divertire anche senza bere perché le conseguenze possono essere molto più gravi di quello che pensate. “

Cosa porta però a pensare ad un esercente di poter vendere alcol senza fare dei controlli?

Sicuramente durante il fine settimana, momento in cui si concentra maggiormente la folla dei giovani, è difficile stare lì e chiedere il documento a tutti ma abbiamo parlato con un imprenditore già noto ai nostri microfoni,

Mimmo Esposito, (Mmiez & Sounds) da anni in piazza, che ovviamente ha posto l’attenzione su un nuovo punto:

Se ci fosse un’attività lavorativa più costante anche in settimana e non solo nel fine settimana, molti gestori di locali punterebbero gestire meglio la clientela offrendo delle novità e delle particolarità anche ai minori ma che non siano alcoliche.

Per far ciò bisognerebbe puntare di più sull’economia locale e permettere di organizzare eventi anche con più frequenza”.

Quindi, dopo aver esaminato la tematica dal punto di vista commerciale e sociale, perché effettivamente è anche questo il disagio che vivono i giovani attuali, si potrebbe esaminare il tutto dal punto di vista psicologico.

Esamineremo anche questo punto di vista, in modo tale da poter apportare un quadro a 360 gradi sulla situazione.

Di Marianna D’Antonio

Classe '85. Attivista per la tutela degli animali, avida lettrice ed amante delle serie tv e film d'autore. "Il problema della razza umana e' che gli idioti sono assolutamente sicuri,mentre le persone intelligenti sono piene di dubbi." Bertrand Russell