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Salvataggio Minzolini, quando la teatralità sostituisce la politica

DiThomas Scalera

Mar 19, 2017
La politica italiana da l’altro ieri si è trasformata in un varietà teatrale. Ieri Forza Italia ha dato una grandissima mano al PD per salvare il ministro Renziano Luca Lotti dalla mozione di sfiducia del M5S; oggi il PD salva dalla decadenza il senatore forzista Augusto Minzolini, condannato in via definitiva per peculato continuato: ditemi se tutto questo non rispecchia un varietà, un do ut des all’insegna dell’impunità, ‘io salvo i tuoi, tu salvi i miei’, una mano lava l’altra, tutte e due lavano il viso. Casta salva Casta.
PD e Forza Italia sono unite quando si tratta di impegnarsi per salvare le poltrone e la pensione. Ieri hanno ignorato le accuse pesantissime della Procura che da tempo indaga su Lotti per rivelazione di segreto istruttorio e favoreggiamento per il caso Consip, oggi addirittura se ne sono fregati delle sentenze emesse dai giudici.
Minzolini nel suo intervento in aula aveva annunciato le sue dimissioni qualunque fosse stato l’esito del voto. Una posizione che poi è stata confermata. “Tra poco ci sarà la lettera di dimissioni” dichiara entrando ai giornalisti che gli domandano se lui confermerà poi la lettera di dimissione in Aula prima del voto della decadenza. L’ex Direttore del Tg1 Minzolini aveva confermato che le dimissioni sarebbero arrivate qualunque sia stato l’esito della votazione.
Ricordiamo che Augusto Minzolini nel novembre 2015 è stato condannato in via definitiva a 2 anni e 6 mesi di carcere per peculato continuato. Quando era il “direttore” del TG1, in epoca berlusconiana, ricevette una carta di credito aziendale come benefit aggiuntivo e, secondo i giudici che lo hanno condannato, usò la sua disponibilità di denaro in maniera spregiudicata e senza rendicontare le sue spese in maniera corretta. I giudici dichiararono che Minzolini non ha fornito le adatte giustificazioni per circa 65 mila euro spesi per pranzi e cene con la sua carta di credito aziendale.
Minzolini fu assolto in primo grado dalla giustizia, poi condannato in secondo grado nell’ottobre del 2014. La condanna venne poi successivamente confermata dalla Cassazione. Il senatore per la Legge Severino doveva decadere da subito dalla carica istituzionale. La Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato a luglio scorso aveva espresso parere favorevole alla decadenza di Minzolini da senatore.
Oggi l’Aula del Senato si è trasformata in un grande varietà da contorni torbidi, abbiamo assistito ad uno spettacolo di cabaret dove gli attori cabarettisti erano i parlamentari che hanno capovolto con l’uso di porzioni magiche alla Silvan l’esito della decisione della Giunta. In un colpo solo tutti si sono schierati contro La Legge Severino, ma soprattutto tutti si sono schierati contro la Relazione della Giunta andando contro le sentenze di condanna dei giudici che prevedevano anche l’interdizione di Minzolini da qualsiasi carica pubblica. E’ chiaro che la classe politica si sente sempre e comunque al di sopra della legge e dei cittadini.
Oggi la politica italiana rappresenta un continuo menefreghismo, sono caduti tutti i principi etici della giustizia italiana. Diciamo ad alta voce, assistiamo alla sconfitta della nostra etica morale: “Oggi finalmente tutta la classe politica ha fatto decadere la legge Severino!,” quella sana legge di civiltà che permetteva ai politici condannati in via definitiva di non mettere mai più piede in Parlamento. Minzolini è stato salvato dai senatori di Forza Italia, PD, dai verdiniani di Ala, Lega, Ap-Ncd: ditemi se tutto questo rispecchia la sinistra politica che io ricordi, questo dovrebbe rappresentare il garantismo politico di chi vuole rifondare con moralità l’assetto della demagogia politica della sinistra del PD. Cosa dire ai posteri l’ardua sentenza amara.
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Di Thomas Scalera

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