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San Giorgio a Cremano. Giovane muore per un arresto cardiaco: l’ambulanza arriva dopo un’ora

Una 19enne muore a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, a causa di un malore: per i familiari l’ambulanza è giunta sul posto dopo un’ora

SAN GIORGIO A CREMANO (NA). Una ragazza di 19 anni è morta per un arresto cardiaco a San Giorgio a Cremano, alle porte di Napoli. Rosa Abbate, questo il nome della giovane, ha avvertito un malore e la madre ha contattato immediatamente il 118 intorno alle 11.30 di ieri, sabato 4 gennaio.

Purtroppo l’ambulanza “sarebbe giunta sul posto dopo un’ora, secondo quanto riferito dalla famiglia”. A renderlo noto, in un comunicato, il presidente nazionale del SIS 118 Mario Balzanelli, che ribadisce la richiesta di una urgente riforma legislativa del sistema 118.

“La morte improvvisa di una giovanissima ragazza di 19 anni desta sconcerto in sé – dichiara Balzanelli – Configura la dimensione più atroce della strage compiuta quotidianamente dall’arresto cardiaco improvviso che miete, in Italia e nel mondo, vittime a qualunque fascia di età. Ma, pur nella tragedia, vi è una questione su cui non si può e non si deve tacere: il ritardo significativo del soccorso istituzionale prestato a questa ragazza dal Sistema 118 territorialmente competente di un’ora, secondo le tempistiche riferite dai parenti” continua il presidente nazionale del SIS.

“Aldilà delle tempistiche riferite dai parenti, con un tempo di arrivo dell’ambulanza del 118 di 1 ora dalla prima chiamata alla Centrale Operativa, e delle doverose verifiche che ad essa seguiranno nelle sedi opportune – sottolinea Balzanelli – ed aldilà delle possibilità concrete di sopravvivenza rispetto alla natura e all’entità dell’evento, rimane che in caso di codice rosso l’arrivo presso il paziente di un mezzo di Soccorso del 118 con a bordo personale sanitario in grado di fare diagnosi e terapia di emergenza potenzialmente salvavita deve essere immediato, entro pochi minuti, definiti peraltro molto chiaramente dal legislatore: 8 minuti dalla chiamata in Centrale Operativa, in area urbana, e 20 minuti dalla chiamata, in area extraurbana”.

“Pare, dalle dinamiche emerse dalle testimonianze, che questi parametri temporali siano stati più che ampiamente disattesi. Nei casi più gravi questo significa morte certa. L’invocata riforma legislativa del 118 fu da noi chiaramente motivata perché si evitassero i morti evitabili. Ancora una volta, pare che il Sistema di Emergenza Territoriale non abbia potuto perché oggettivamente non in grado, considerato intanto che nei tempi si può stare esclusivamente quando si ha a disposizione un numero sufficiente di mezzi. Faccia riflettere, questa ennesima morte, il Governo ed il ministro della Salute sulla necessità assoluta ed improcrastinabile della riforma e sui suoi contenuti” conclude il presidente del SIS 118.

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