SPARANISE. La battaglia sulla mensa scolastica è ancora aperta. La faccenda, che da molte settimane impazza tra gli argomenti dei cittadini sparanisani, sembrava volgere verso un lieto fine tanto atteso, soprattutto dalle mamme degli giovani alunni. Il primo cittadinio sparanisano, Antonio Merola, dopo la promessa di una rapida apertura del servizio di mensa scolastica, sembra non aver mantenuto fede alla propria parola. L’introduzione del servizio, infatti, pare avere tempi ancora più lunghi rispetto a quelli promessi dal primo cittadino. A spiegare meglio l’intera faccenda, è il portavoce dell’associazione Sparanise in Movimento, Salvatore Martiello: “Il Sindaco non mantiene le promesse. Tutti si aspettavano l’happy ending: finalmente il Sindaco ha messo da parte il senso di rivalsa politica e personale ed è prevalso l’interesse dei bambini, uniche vittime di questa vicenda. Possiamo preannunciare che non ci sarà alcun happy ending e che anche questa volta non è prevalso il buon senso ma ha vinto il senso di rivalsa politica e personale. Possiamo preannunciare che avevano ragione coloro i quali hanno osato dissentire dalle affermazioni tautologiche del Sindaco mettendo addirittura in discussione che con una gara a procedura aperta fosse impossibile partire il 18 Novembre. Possiamo preannunciare che la mensa non partirà il 18 Novembre, anzi non partirà proprio a Novembre, perché la gara di appalto si terrà il 26 novembre alle ore 11. Possiamo preannunciare che la promessa fatta alle mamme, presenti all’incontro “estorto” del 23 ottobre, non sarà mantenuta. Possiamo preannunciare che ciò che aveva deciso il despota a Settembre “la mensa non parte perché ata suffrì” si realizzerà. Possiamo preannunciare che né il Sindaco né la sua vice Consoli, né l’Assessore De Simone ci hanno messo la faccia o almeno la voce per avvisare le mamme che è stata tutta una farsa. Quello che stiamo vivendo a Sparanise è tutta una farsa e dovremmo riflette su quale deriva antidemocratica prenderemo se non scenderemo in piazza iniziando a lottare seriamente per i nostri diritti.“
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