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Storia. Il 25 luglio 1943 in Italia cadeva il Fascismo: ecco cosa avvenne

DiThomas Scalera

Lug 25, 2016
Gli italiani si riversarono in piazza per festeggiare la caduta del regime
Gli italiani si riversarono in piazza per festeggiare la caduta del regime

Nelle Storia della Seconda Guerra Mondiale, dal punto di vista dell’Italia, vi sono diverse date  molto simboliche. Una data sicuramente molto importante fu quella del 25 luglio 1943 quando Benito Mussolini fu costretto a rassegnare le dimissioni al sovrano Vittorio Emanuele III.

L’Italia stanca del conflitto

Nel 1939 allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale l’Italia, pur legata alla Germania dal Patto d’acciaio, aveva dichiarato la propria non belligeranza non prendendo quindi parte ai combattimenti. Il 10 giugno 1940 Benito Mussolini dal balcone di Palazzo Venezia annuncia però l’avvenuta dichiarazione di guerra nei confronti di Gran Bretagna e Francia. L’Italia, provata dagli impegni bellici precedenti in Etiopia, Spagna e Albania, entrò in affanno nel conflitto perdendo clamorosamente sul fronte contro la Grecia. In seguito arrivò la disastrosa campagna in Russia e le sconfitte sul fronte africano. La situazione precipitò nel 1943 quando gli alleati invasero la Sicilia. Il regime perse consenso tra le classi popolari e anche i gruppi dirigenti capirono che Mussolini non era più in grado di gestire la situazione.

La seduta del Gran Consiglio del Fascismo: Mussolini viene sfiduciato

Il Gran Consiglio del Fascismo era un organo dello Stato di cui erano membri le più alte cariche del Regime. Aveva un ruolo consultivo e si riuniva per prendere le decisioni più importanti. Il Gran Consiglio non si riuniva dal 1939 e nel luglio del 1943 Dino Grandi, Presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni (l’equivalente fascista della Camera dei Deputati) ne chiese la convocazione. Mussolini inizialmente rifiutò di concedere la seduta temendo che questo avrebbe dimostrato agli Alleati un segno di debolezza, ma con il precipitare degli eventi la seduta fu concessa la sera del 24 luglio 1943. Con l’Ordine del Giorno Grandi si chiedeva il ripristino dello Statuto Albertino, che era stato stravolto dalla dittatura fascista e il ritorno sulla scena di Vittorio Emanuele III, l’unico che ( a seguito delle riforme autoritarie fasciste) poteva sfiduciare Mussolini. L’ordine, votato nella notte del 25 luglio, ottenne 19 voti a favore tra cui alcune personalità storiche del Fascismo come Cesare Maria De Vecchi, Giacomo Acerbo, Giuseppe Bottai e Galeazzo Ciano genero di Mussolini. Solo 7 furono i voti contrari, uno astenuto, mentre il fascistissimo Roberto Farinacci abbandonò la seduta e presentò un proprio ordine del giorno.

Le dimissioni e l’arresto di Mussolini: il popolo crede che la guerra si finita

Benito Mussolini fu così costretto a rassegnare le proprie dimissioni a Vittorio Emanuele III che riprese la guida del Paese. Mussolini fu arrestato dai carabinieri e caricato su un’ autoambulanza militare. In tutta Italia il popolo scese nelle strade distruggendo i simboli del regime e bruciando le immagini del Duce. Per il popolo era la fine della dittatura ma sopratutto si credeva che l’uscita di scena di Mussolini avrebbe significato la fine della guerra in Italia, quindi la fine dei bombardamenti e delle privazioni.

Badoglio assume la guida del Governo: la guerra continua e poi la guerra civile

Vittorio Emanuele III affidò l’incarico di formare un governo a Pietro Badoglio, militare pluridecorato ma figura controversa poichè  legato comunque al regime fascista. Badoglio infatti fu l’eroe della guerra fascista in Etiopia, Paese che lo accusò di crimini per l’uso di gas vietati da tutte le convenzioni internazionali. Badoglio formò un governo tecnico militare a cui partecipò tra l’altro anche Mario Riotta, altra figura controversa accusato dalla Jugoslavia di essere un criminale di guerra per aver represso con la violenza l’azione dei partigiani durante l’occupazione fascista di quei territori. Badoglio annunciò il proseguimento della guerra a fianco della Germania ma in segreto iniziò a trattare la resa con gli alleati. L’8 settembre 1943 le radio annunciano la resa dell’Italia spiazzando tutti i militari che stavano combattendo sui fronti. Anche in questo caso il popolo italiano credeva che la guerra fosse finita ma sulla penisola proseguivano i bombardamenti degli Alleati, la situazione precipitava sempre di più. Hitler fece liberare Mussolini che da Monaco annunciò il proseguimento della guerra a fianco della Germania. Mussolini nel nord della Penisola fondò la Repubblica Sociale Italia, iniziava la guerra civile. Durante il Processo di Verona nel 1944 i gerarchi che avevano votato a favore dell’Ordine del Giorno di Dino Grandi del luglio 1943 furono tutti condannati a morte e in seguito fucilati come traditori.

Una seduta del Gran Consiglio del Fascismo
Una seduta del Gran Consiglio del Fascismo
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Di Thomas Scalera

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