• Mar. Apr 23rd, 2024

Terra dei Fuochi, la conferma della Procura di Napoli Nord: tumori legati ai rifiuti

Terra dei Fuochi, il report della Procura conferma: tumori legati ai rifiuti

CASERTA/NAPOLI. Sono stati presentati ieri mattina i risultati dell’indagine della Procura del Tribunale di Napoli Nord, guidata da Francesco Greco. Un dato, atteso da cittadini e comitati, che sinora era riportato negli studi degli scienziati, è stato confermato dal rapporto definitivo dei lavori dell’accordo che la Procura di Napoli Nord – l’ufficio giudiziario ha sede ad Aversa – stipulò nel giugno 2016 con l’Istituto Superiore di Sanità.

Dalle analisi sull’andamento del rischio sanitario in funzione dei valori dell’indicatore di rischio da rifiuti stimato per ogni Comune (IRC) all’interno dell’area indagata, è emerso un maggior rischio per alcune patologie nei comuni maggiormente impattati da siti di rifiuti.

La mortalità e l’incidenza del tumore seno è “significativamente maggiore tra le donne dei comuni inclusi nella terza e quarta fascia” come per “l’ospedalizzazione per asma” – di suo già alta rispetto al resto del territorio in tutti e 38 i comuni – ma che cresce di molto nella terza e quarta fascia.

Anche le malformazioni congenite, già numerose, sono più frequenti nei comuni del livello “4”, rispetto al primo. C’è poi il dato relativo all’incidenza delle leucemie e dei ricoverati per asma nella popolazione da 0 a 19 anni, che aumenta “significativamente passando dai Comuni della classe 1 a quelli della classe successiva, con il rischio maggiore nei comuni di classe quattro”.

I risultati del rapporto indicano, tra l’altro, che la mortalità e l’incidenza per tumore della mammella è significativamente maggiore tra le donne dei Comuni inclusi nella terza e quarta classe dell’indicatore di esposizione ai rifiuti (livello di rischio da rifiuti maggiore) rispetto ai comuni della prima classe, meno impattati dai rifiuti. L’ospedalizzazione per asma nella popolazione generale è significativamente più elevata, sia negli uomini sia nelle donne, nei comuni maggiormente impattati dai rifiuti (terza e quarta classe dell’indicatore comunale di esposizione a rifiuti).

La mappa conta 2767 siti di smaltimento illegale dei rifiuti in quei 38 Comuni che insistono su 426 km quadrati e su cui è competente la Procura di Napoli Nord. Più di un cittadino su tre, nel dettaglio il 37% dei 354 mila residenti nei 38 centri, vive ad almeno cento metri di distanza da uno di questi siti, sorgenti di emissione e di rilascio di composti chimici pericolosi per la salute.

I comuni coinvolti – Solo Giugliano in Campania e Caivano sono di livello “4”; altri cinque, sempre del Napoletano (Cardito, Casoria, Melito di Napoli, Mugnano e Villaricca), sono di livello “3”; undici di livello “2”: sette del Casertano (Aversa, Casal di Principe, Sant’Arpino, Casaluce, Gricignano d’Aversa, Lusciano e Orta di Atella) e quattro nel Napoletano (Afragola, Casandrino, Crispano e Qualiano). I restanti 20 comuni sono di livello “1” (Carinaro, Cesa, Frignano, Cesa, Parete, San Cipriano d’Aversa, San Marcellino, Succivo, Teverola, Trentola Ducenta, Villa di Briano, Casapesenna, Villa Literno per il Casertano e Arzano, Calvizzano, Casavatore, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Marano e Sant’Antimo).

Due anni fa presentammo alla Camera di Deputati lo studio Veritas, un lavoro scientifico indipendente cui parteciparono ricercatori Campani e ricercatori di Istituti internazionali. Quello studio fu finanziato dai cittadini dei Comuni che ricadevano nella Terra dei Fuochi. Il lavoro scientifico evidenziò picchi di alcuni metalli pesanti nel sangue delle persone che abitavano in tale area. Dopo due anni ISS e Procura di Napoli Nord confermano quanto evidenziammo. Mi preme ricordare che, su tale vicenda, il direttore dell’Istituto Zooprofilattico Antonio Limone – oggi sotto inchiesta – e il presidente De Luca criticarono aspramente il lavoro scientifico di ricercatori campani ed internazionali, mentre ad oggi attendiamo di leggere i risultati dello studio SPES che ha visto 4000 pazienti sottoporsi a prelievi di sangue per l’accertamento della presenza di metalli pesanti. Mi preme, inoltre, ricordare tale studio fu finanziato con Delibera di Giunta Regionale n° 180 del 24 aprile 2019“. Così commenta il Prof. Antonio Giordano (foto in alto) dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine di Philadelphia.

Circa due anni fa presentammo con il Prof. Antonio Giordano il dossier Veritas che poneva un attenzione molto alta alle neoplasie che si formavano negli ultimi anni nei cittadini che vivevano nella Terra del Fuochi. Oggi la Procura ci dà purtroppo una ulteriore triste conferma“. Così esordisce il deputato del Movimento 5 Stelle Salvatore Micillo. “Si tratta di dati che molti, in questi anni, hanno voluto nascondere sotto il tappeto come si fa con la polvere. Noi stiamo lottando contro tutto ciò. Abbiamo fatto votare, con la Senatrice Castellone, una legge sul registro tumori che mancava. Adesso il registro tumori è in costruzione. Stiamo agendo sulle bonifiche che troppo spesso, nonostante la presenza di fondi, subiscono dei rallentamenti, ma vanno comunque avanti: ne sono la dimostrazione i 160 siti bonificati. La legge 68/2015 ormai da 5 anni dà i suoi frutti, assicurando le giuste punizioni a coloro che in maniera criminale inquinano la nostra terra“.

Con il Ministero dell’Ambiente guidato da Sergio Costa, abbiamo fornito circa 500 telecamere per il controllo del territorio e finanziato rimozioni dei rifiuti per evitare che questi vangano incendiati. Tutto ciò avviene negli ultimi due anni, dopo 20 anni dove è stato fatto poco o nulla se non nascondere tutto ciò che è accaduto e ancora accade“, aggiunge ancora Micillo.

“Tanto però c’è ancora da fare e spero che a guidare il Ministero dell’Ambiente resti un servitore dello Stato come Sergio Costa perché significa dare continuità ai soli due anni in cui si è lavorato. Auspico, quindi, che possa continuare con il prossimo Governo chi crede che la Terra dei Fuochi esista sul serio e non occupi il suo posto qualcuno tra coloro che credono sia una invenzione architettata da cittadini o associazioni ambientaliste che protestavano sui loro territori“. Queste le conclusioni del deputato, componente della Commissione Ambiente alla camera.

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Di Andrea De Luca

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