Una storia nella storia: aspettata, cercata e presentata. Questo è il tema della conferenza condotta dagli archeologi Annalisa Pozzi della Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna e Simone Biondi di Tecne, promossa dal Comune di Montiano.
Un salto all’indietro di quasi 500 anni, nella remota Montiano emersa dagli scavi archeologici coordinati dalla Soprintendenza nell’estate del 2012 e da giugno a ottobre del 2014.
Una collaborazione nata un po’ per caso, un po’ per necessità e diventata nel tempo fondamentale per ricostruire uno spaccato importante della vita di Montiano nel primo Rinascimento, tra il 1400 e il 1600.
Lungo le strade, via Cesare Battisti e via Roma, e sotto Piazza Garibaldi, i lavori di ripavimentazione del centro urbano hanno portato in luce non solo i resti di un antico sistema di raccolta e scolo delle acque bianche (già in uso nel XVI secolo) ma soprattutto numerosi granai “a fossa” di età moderna, quasi tutti databili tra la fine del 1400 e il 1500.
Queste “conserve” sono vere e proprie fosse a forma di campana, scavate nell’arenaria e profonde fino a quattro metri, rivestite sulle pareti da paglia o canniccio e utilizzate per conservare grano, orzo, avena, fave, mandorle, ceci e altro. Chiuse per lo più agli inizi del 1600, hanno restituito diverse ceramiche utilizzate sulle tavole come stoviglie e vasellame comune (piatti, ciotole, catini ecc). Delle dieci fosse censite, la maggior parte erano ancora in perfetto stato di conservazione.
Si è quindi pensato di mantenere memoria degli scavi collocando lungo la passeggiata urbana alcuni pannelli didattici che forniscono informazioni e curiosità su quanto scoperto.
Ingresso libero
Maggiori informazioni sul sito http://www.archeobologna.beniculturali.it
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