• Mar. Apr 16th, 2024

Vairano Patenora. Convegno sulla legalità all’I.C. Garibaldi Montalcini

Convegno sulla legalità all’I.C. Garibaldi Montalcini di Vairano Patenora

Presso l’I.C. Garibaldi Montalcini di Vairano Patenora, retto dalla Dirigente Prof.ssa Rosaria Iavarone, si è tenuto oggi, 29 aprile 2023, un importante convegno sulla legalità.

Gli studenti delle classi III, della Scuola Secondaria di Primo Grado, dell’intero Istituto Comprensivo, hanno incontrato la Dott.ssa Marisa Diana, sorella di Don Peppe Diana vittima di camorra.

Nella prima parte del convegno la Dott.ssa ha raccontato dell’amato fratello morto assassinato a soli 38 anni  nel giorno del suo onomastico. Era il  19 marzo del 1994 mentre si accingeva a celebrare la Messa, don Diana venne assassinato nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe. Un camorrista lo affrontò con una pistola e non esitò ad ammazzarlo in un luogo sacro.

“La sua prematura morte è stato un brutto colpo per tutta la famiglia. Io stavo male, non mi spiegavo il perché di tanta crudeltà, ma poi quando ho visto che molte persone lavoravano per la rinascita del nostro territorio, mi sono detta che chi più di me poteva portare avanti il suo pensiero”. Così “Marisa” si è rivolta ai ragazzi, con il cuore in mano e con voce commossa ha incitato loro ad intraprendere sempre la strada del bene. “Noi tutti dobbiamo evitare che quello che è successo non debba più accadere. In che modo? Frequentare sempre le compagnie giuste. Fare del bene.  Non farci abbindolare da chi ci propone atti illegali e nel caso parlare, denunciare, non essere omertosi, perché vivere una vita felice dipende solo da noi. Don Peppe Diana ha lasciato un seme che bisogna far germogliare”. A tal proposito, la Dott.ssa Diana, cita un’espressione del giudice Falcone, anch’egli assassinato per mano della mafia, “gli uomini passano ma le idee restano” e le idee del prete di Casal di Principe erano molto chiare: la sua sete di giustizia, il suo impegno nel contrastare la camorra. Non esimersi a  denunciare con proclami,  sferzate,  omelie. Aveva scritto un volantino «Per amore del mio popolo non tacerò». Questo è l’esempio da seguire: quando si è nel giusto non avere paura e combattere ogni forma di illegalità con tutti i mezzi a disposizione.

Qust’anno, nella  Giornata in memoria delle vittime di mafia, la tomba di don Diana ha ricevuto la prestigiosa visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “con le lacrime agli occhi abbiamo condiviso il nostro dolore”, racconta la sorella del prete, “e tra le tante parole di conforto ha affermato che dobbiamo essere fieri di vivere in questa città che è rinata grazie a don Diana che con la sua prematura morte, ci ha passato il testimone della legalità”.

Nella seconda parte del convegno, gli alunni dell’I.C. hanno posto alcune domande: Com’era l’uomo don Peppe Diana? La morte di Don Diana è servita a qualcosa? La mafia avrà mai fine? Qual è l’arma migliore per combatterla?

A queste ed altre domande ha risposto Marisa Diana, descrivendo il fratello come un uomo buono, dinamico, disponibile. “Un uomo che si metteva sempre dalla parte dei più deboli e che si circondava di tanti ragazzi, li coinvolgeva in una serie di attività ricreative con il solo scopo di toglierli dalla strada, per evitare che potessero diventare facile bersaglio della camorra. La morte di don Peppe non è stata inutile. E’ servita a far risvegliare le coscienze ed ha contribuito alla rinascita dell’intero territorio, non solo di Casal di Principe.  Dopo la sua morte sono nate numerose associazioni che hanno e continuano a lottare per la legalità. Sui beni confiscati alla camorra  sono stati creati “centri” per il bene comune, ultimo è stata la realizzazione del comando di polizia: la legalità nell’illegalità”.

“La fine della mafia dipende da noi”, ha concluso Marisa Diana. “Contrastare la mafia è agire legalmente, perché  come ogni cosa che nasce ci sarà una fine. Dovete studiare e vivere con sani principi, perché solo la cultura ci rende liberi e consapevoli e solo se si è liberi il bene prevale sul male”.

La tematica del convegno ha suscitato grande emozione in tutti i partecipanti. La commozione era tangibile, soprattutto perché quando episodi del genere vengono raccontati e appresi dai media sembrano sempre fatti accaduti in realtà lontane. Quando poi si incontrano le persone coinvolte direttamente, ascolti gli aneddoti di vita vissuta e tocchi con mano la realtà dei fatti è impossibile rimanere semplici spettatori.

VIVA LA LIBERTA’:“PER AMORE DEL MIO POPOLO NON TACERO’”

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