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Attraverso i tuoi occhi – recensione

Non c’è bisogno di avere un cane per affezionarsi a Enzo, non c’è bisogno di essere appassionati di gare da corsa per godere di Attraverso i tuoi occhi. Se non è la prima volta che un infante assurge a narratore in un film, basta pensare a “Senti chi parla”, sicuramente per la prima volta un cane, Enzo, è in grado di raccontare le peripezie di Denny, il suo padrone pilota, attraverso continue metafore legate alle corse automobilistiche, e forse, per le sue aspirazioni antropomorfe, Enzo è in grado di insegnare, molto più di tanti Homines cosidetti Sapientes, come bisognerebbe realmente vivere da essere umani. Attraverso i tuoi occhi è la trasposizione cinematografica di L’arte di correre sotto la pioggia un best seller di Garth Stein che il regista, Simon Curtis, ha sapientemente riportato sullo schermo attraverso un calibrato dosaggio di ironia, leggerezza, dramma, amore, sogno.

Non è stato possibile restare indifferenti alle continue curve che i personaggi hanno dovuto affrontare per restare in pista. Forse, in un periodo storico e sociale in cui potenti capi di Stato si disinteressano completamente di guerre assurde, di morti in mare lasciati a galleggiare, c’era davvero bisogno di Enzo, un cane amante della Ferrari che assurge a “guardiano” vero del male e del dolore dei personaggi che lottano con tutte le loro forze per realizzare i loro sogni. È questo forse il vero sogno di questo film, lo sguardo. Uno sguardo pronto a sostenere, attraverso un ascolto più umano di un umano, le sofferenze e i sogni di Denny (Milo Ventimiglia), l’amore incondizionato di Zoy, i segreti di Eve (Amanda Seyfried), la malvagità strafottente di uno dei gemelli. Rocambolesca e avvolgente la voce di Gigi Proietti che dà voce a Enzo, il cane con il nome del creatore della scuderia Ferrari, il cane che tutti vorremmo avere.

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