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Da cosa deriva il termine “sosia”?

Essere il sosia di qualcuno può essere in molti casi piacevole soprattutto se la persona con la quale si ha una notevole somiglianza fisica  è un personaggio famoso o di bell’aspetto ed essere scambiati per lui/lei ci riempie di orgoglio.

Il sosia può essere anche un lavoro: una controfigura somigliante all’attore è quanto di più favorevole possa capitare. E’ un luogo comune affermare che per ognuno di noi esistano sette persone al mondo tali da definirsi “sosia”.

Ma da dove deriva questo termine?

Sosia era un personaggio inventato dal poeta latino Plauto e di cui leggiamo la storia nella sua commedia, l’Anfitrione.
Giove, re degli dei, si era invaghito di Alcmena, moglie di Anfitrione, re di Tirinto, (antica città greca) e per possederla, aveva assunto le sembianze del marito che era di ritorno da una guerra vittoriosa. Come molte altre volte aveva fatto quando si era appassionato di qualche donzella, dea o mortale che fosse, Giove si unì ad Alcmena con l’inganno e la donna si concesse ignara della reale identità di colui che l’aveva raggiunta nel talamo nuziale. Il dio Mercurio era complice e aveva assunto le false sembianze di Sosia, il servo di Anfitrione vigilando fuori la porta e garantendo l’intimità degli amanti.
Quando tornano a casa il vero Anfitrione e al seguito, il vero Sosia, tra i quattro protagonisti si crea la disputa per accertare la reale identità di ognuno di loro e la commedia continua nel gioco degli equivoci e assumendo toni ai limiti della farsa.
 Anche oggigiorno, confondere l’identità di una persona con un’altra può creare equivoci ma anche stupore. Vi segnalo a questo proposito l’attività del fotografo canadese Francois Brunelle che gira il mondo fotografando sconosciuti dei quali associa tra di loro le foto in base a somiglianze così marcate da considerarli gemelli.
Buona visione!
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