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Lettera di 600 psicanalisti italiani a Mattarella: contro il “Decreto Sicurezza”

Il 28 novembre 2018 è la data che ha sancito l’approvazione del Decreto Sicurezza. Pur con numeri incerti alla Camera (336 voti favorevoli e 249 contrari) e al Senato (163 favorevoli e 59 contrari, con astensione di Forza Italia, diniego di LEU e PD e qualche incertezza nel Movimento), il testo diventa Legge, con la firma del Presidente della Repubblica Mattarella.

Il decreto di cui il Ministro Salvini si fa portavoce è suddiviso in 40 articoli, includenti anche la tematica dell’immigrazione che inizialmente doveva essere trattata separatamente.

Ed è proprio riguardo questo punto che una settimana fa, 600 Psicanalisti Italiani appartenenti alla SPI (Società Psicanalitica Italiana) hanno scritto un accorato appello a Mattarella, ritenendo loro dovere dissociarsi da quanto esposto dal decreto Sicurezza in materia di immigrazione, Decreto Sicurezza” che, contrariamente al termine “sicurezza”, sta già rendendo la condizione dei migranti e, consequenzialmente quella italiana, sempre più “insicura”.

Sottolineano la gravità della chiusura degli SPRAR, centri di promozione, assistenza e orientamento per una ottimale integrazione dei migranti nel tessuto socio-economico italiano, quello valorizzato dallo stesso Mattarella come punto di partenza imprescindibile per chiunque abiti questo Paese al fine di poter affermare gli aspetti positivi della convivenza. “Gestire il fenomeno migratorio come una pura questione di ordine pubblico è segno di pericolosa miopia, affermano ancora con risolutezza e una accennata vena di rancore, risentimento, delusione, amarezza.

In qualità di psicanalisti essi ogni giorno si confrontano col dolore, con i traumi delle persone, con la delicatezza della psiche umana e la loro fragile anima. Combattono le difficoltà di integrazione a più livelli, in sé e con sé e poi con gli altri. Lottano contro l’ignominiosa e spietata tranquillità con cui si emargina il “diverso”, la leggerezza con cui si diventa xenofobi o razzisti. E, forse più di chiunque altro professionista, sanno quanto male possa essere agito contro l’essere umano anche senza volerlo, ad un livello profondo, inestirpabile e difficilmente sanabile, come quello che va ad intaccare la sfera inviolabile della Dignità. L’invito rivolto al Presidente Mattarella, in qualità innanzitutto di garante dei Diritti Umani, è quello di ascoltare l’altra Italia, perché un’altra Italia esiste. È l’Italia che non si volta dall’ altra parte, quella che accoglie, che profuma di comunità, di integrazione di accoglienza. È l’Italia memore della Storia, delle sue falle vergognose, dei disonorevoli errori commessi, se non laddove dei suoi più imperdonabili crimini. È l’Italia che non vuole ripeterli.

Concludo con le parole di questi psicanalisti che, prima ancora che professionisti, sono, esattamente al pari di ognuno di noi, esseri umani e, in quanto tali, obiettori di coscienza:

“Siamo consapevoli che le paure possono accecare al punto da distorcere la percezione non solo dell’altro ma persino della propria stessa umanità. La disumanità è un rischio costante per l’umano in cui si può scivolare quasi inavvertitamente spostando sempre un po’ più in là l’asticella di ciò che è tollerabile. E’ questa la ragione per cui è ancora più necessario riuscire ad ascoltare anche quello che si cela sotto la paura, per trasformarla in possibilità di contatto con se stesso e con l’altro”.

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