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Sport: Federazioni, ricorso al FIS

Nota di ASI ed UGL in merito alla paventata intenzione, da parte di alcuni consigli di Federazioni Sportive, di utilizzare il Fondo di Integrazione Salariale (FIS) previsto dal Decreto “Cura Italia”

ROMA. La paventata intenzione, da parte di alcuni consigli federali, di utilizzare il Fondo di Integrazione Salariale (FIS) – previsto dal Decreto “Cura Italia” – per i lavoratori delle stesse, fa emergere una questione giuridica: Sport e Salute Spa già eroga un contributo pubblico per il funzionamento delle FSN comprensivo del costo del personale in base al dimensionamento stabilito. Ove si dovesse accedere a ulteriori fondi pubblici per lo stesso istituto si prefigurerebbe un’anomalia?

“Questo, soprattutto, alla luce di una emergenza epidemiologica nella quale moltissime aziende necessitano di aiuti economici per poter sopravvivere. Oltre a una questione giuridica, si configura anche una tematica legata a un esempio che deve provenire dal mondo dello sport, che si fonda su principi di lealtà e moralità, e del Sistema Sportivo Italiano”, ha spiegato il Sen. Claudio Barbaro, Presidente di ASI.

L’UGL ha già inviato una lettera al CONI, a Sport e Salute Spa e alle Federazioni Sportive Nazionali interessate, chiedendo di fare chiarezza sulla predetta problematica anche per scongiurare un eventuale meccanismo che potrebbe allargarsi a tutte le Federazioni e coinvolgere fortemente il sistema sportivo italiano allargando a macchia d’olio una problematica di natura giuridica, morale ed economica meritevole sicuramente di un approfondimento da parte degli organi preposti.

Così UGL Coni, Unione Generale del Lavoro e ASI, Associazioni Sportive e Sociali Italiane.

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