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Calvi Risorta, discarica ex Pozzi. Minieri: “tutti sapevano, ma nessuno denunciava”. La triste omertà congenita della nostra terra

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Da qualche giorno si è sollevato un vespaio incontrollato di indignazione, proteste e comunicati stampa per la vergognosa questione della discarica della ex Pozzi Ginori a Calvi Risorta.
Tutti fanno la corsa a stabilire a puntare il dito a cercare responsabilità ma la nuda e cruda verità si sapeva da tempo ed era venuta a galla grazie al lavoro instancabile di attivisti e giornalisti coraggiosi.
Dopo le rivelazioni dei pentiti, dopo le fughe di notizie, dopo “gola profonda” Schiavone tutti a dire “sapevamo”.

Noi abbiamo voluto ascoltare uno che il problema l’ha portato alla luce un giornalista onesto e vero che ama la sua terra al quale abbiamo chiesto di dire la sua su questa amara questione, Salvatore Minieri.

“Questa terra non è solo pregna di fluidi tossici e fusti cancerogeni, ma soprattutto di inenarrabili connivenze e di una pervasiva presenza di un anello imprenditoriale, sempre pronto a legarsi con le zone grigie della camorra. Troppo spesso, queste sinergie a delinquere, entrano nelle istituzioni, nelle macchine amministrative locali, persino nella gestione degli ospedali (vedi Caserta, ad esempio). Ma la nostra è soprattutto terra regina del “tutti sapevano”, ma nessuno denunciava, aggiungo io. In ogni angolo dei nostri paesi, il cicaleccio sulle cose che non possono essere dette ad alta voce, sembra essere la colonna sonora anche di strati sociali alti. E’ un terribile costume collettivo, ormai sedimentato: bisbigliare, dire di conoscere, senza mai muovere un dito per denunciare. C’è un girone di sospetti ed eventi che non può essere pubblicizzato, perché ne risentirebbe un vivere tranquillo che non vogliamo smuovere. Non abbiamo ancora il coraggio di dare uno scossone al torpore che avvolge le nostre zone e, su questa incapacità collettiva, prospera la camorra e ogni tipo di consorteria criminale. La Pozzi e la sua discarica di rifiuti industriali sono la dimostrazione che questo atteggiamento può generare mostri terribili, solo per la paura di denunciare apertamente e senza timori. Per 30 anni sono stati scaricati rifiuti di ogni tipo in quella zona, forse anche con la partecipazione di gruppi criminali e industriali europei senza scrupoli. Nessuno ha mai visto nulla, ma tutti sapevano e bisbigliavano. Diciamoci la verità, senza finti moralismi borbonici: siamo un popolo che, al coraggio delle scelte, preferisce il silenzio del tinello e l’aria condizionata di un centro commerciale. E’ questa una delle cause più pesanti del decadimento sociale della nostra terra: siamo ancora gente da offerte al discount e non da battaglia civile”.

E’ triste dover ammettere, proprio su questa questione, dove politici di facciata, commedianti del territorio  e esperti improvvisati fanno la corsa a chi “esterna” la maggiore indignazione, come l’“omertà congenita” degli abitanti di “TERRA DI LAVORO” unita all’incapacità politica dei suoi amministratori abbiano procurato, ancora una volta, danni all’ambiente e a chi è nato e vive in questi luoghi. Per molte generazioni ancora, come un suicidio programmato, lento e inesorabile.

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