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IGP Castagna di Roccamonfina, chiesto il riconoscimento

E’ stata ufficialmente depositata in Regione Campania la richiesta

Il marchio potrà essere uno strumento di rilancio e potenziamento della filiera castanicola locale

ROCCAMONFINA – E’ stata consegnata ufficialmente nei giorni scorsi in Regione Campania la domanda per il riconoscimento del marchio IGP della Castagna di Roccamonfina. Il comitato per il riconoscimento dell’IGP per la castagna di Roccamonfina, presieduto dal Sig. Renato Petteruti, dopo aver ultimato l’iter procedurale previsto, ha consegnato la richiesta per il riconoscimento del marchio IGP in Regione Campania.

Un passo importante per riuscire ad ottenere il marchio di Indicazione Geografica Protetta della Castagna di Roccamonfina che potrebbe rilanciare e rafforzare l’intera filiera castanicola locale messa in ginocchio negli ultimi anni dalla gravissima emergenza provocata dall’infestazione del cinipide galligeno.

In dieci anni si è avuto un netto ed inesorabile crollo della produzione con decine di aziende finite sul lastrico. Una ripresa della produzione tutelata dal marchio IGP può rappresentare una grande occasione di rilancio per l’intero settore e può essere un volano per l’intera economia del territorio.

Ecco di seguito il comunicato ufficiale della Regione Campania in merito alla consegna ufficiale della richiesta: “E’ stata presentata, presso la sede dell’Assessorato agricoltura della Regione Campania, la domanda di registrazione dell’Indicazione Geografica Protetta ‘Castagna di Roccamonfina’.

La stessa documentazione è stata contestualmente inviata al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, per l’avvio dell’iter istruttorio di riconoscimento su base nazionale e poi comunitario. La denominazione di cui si chiede la registrazione da parte dell’Unione Europea è riferita ai frutti, freschi ed essiccati, appartenenti alle principali cultivar coltivate nel territorio indicato nel disciplinare di produzione,

costituito da otto Comuni dell’area del Parco di Roccamonfina e del Monte S. Croce. Le cultivar sono: Tempestiva (o Primitiva), Napoletana (o Riccia), Paccuta, Lucente (o Lucida) e Mercogliana (o Marrone).

Castagne di Roccamonfina

La castanicoltura dell’area IGP è stimata in circa 3.700 ettari, quasi tutti destinati alla produzione dei frutti, pari a circa il 25% della SAU totale (con punte anche del 60%), rappresentando, nella maggior parte del territorio la principale coltivazione. La produzione media annua,

fino al 2010 (in epoca pre-cinipide) era di circa 8.500 tonnellate, mentre negli ultimi anni, in piena emergenza fitosanitaria, gli esperti hanno stimato una produzione non superiore alle 2000 t per anno. Le disastrose annate produttive degli ultimi 7-8 anni, nonostante alcuni interventi, sia di carattere tecnico (contrasto biologico al cinipide) che legislativo, promossi dalle autorità nazionali e regionali,

determinano il prolungamento della congiuntura negativa per il comparto. Molte speranze sono affidate alla nuova programmazione dello sviluppo rurale 2021-2027 per una riconsiderazione complessiva del comparto castanicolo, attraverso scelte che premino non solo i tradizionali investimenti aziendali ma anche politiche orientate fortemente allo sviluppo, alla cooperazione e all’innovazione.

La costituzione dei Gruppi Operativi e del Distretto sul Castagno sono interventi che vanno già in questa direzione e occorre consolidarli. Pur in una situazione critica, come quella che si sta attraversando, occorre investire per il futuro e il futuro per il comparto nell’area interessata deve comprendere anche una forte azione di valorizzazione e promozione del prodotto.

Il marchio IGP può servire non solo a tutelare e valorizzare un prodotto di eccellenza come la Castagna di Roccamonfina, ma anche a contribuire al rilancio di un territorio di grande pregio turistico, paesaggistico ed ambientale”.

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