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Il Papa tra gli obiettivi sensibili dell’ISIS, Vaticano blindato

Una notizia sconvolgente ci giunge dal gruppo che segue ufficialmente lo stream dell’esercito dell’ISIS: il vicariato di Roma sarebbe stato dichiarato ufficialmente obiettivo sensibile ad attacchi terroristici.

L’intelligence Vaticana, insieme a quella italiana avrebbero tracciato una “ZONA ROSSA” all’interno del Palazzo Lateranense nella quale le sarà vietata la sosta sia per le auto che per i mezzi di trasporto. Perfino le operazioni di carico e scarico merci per i commercianti verranno monitorate e chi deve effettuare carico o scarico lo fa comunicando almeno 24 ore prima il mezzo, la targa e le generalità di chi lo guiderà. Tali operazioni sarebbero limitate ad orari tassativi, strettamente monitorati dalle autorità di sicurezza.

Insomma sembra che ci sarà un’area vaticana BLINDATA, per la sicurezza di tutti.

Il Papa sarebbe in reale pericolo e questa volta non dobbiamo farci cogliere impreparati.

La mappa della “Zona Rossa”

Cos’è l’ISIS (da wikipedia)

Lo Stato Islamico[6] (abbreviato IS[7], in arabo: الدولة الإسلامية, al-Dawla al-Islāmiyya), è un gruppo terroristico islamista attivo in Siria e Iraq, il cui attuale capo, Abu Bakr al-Baghdadi, nel giugno 2014 ha unilateralmente proclamato la nascita di un califfato nei territori caduti sotto il suo controllo.[8] Prima della proclamazione del califfato, si faceva chiamare Stato Islamico dell’Iraq e al-Sham (in arabo: الدولة الإسلامية في العراق والشام, al-Dawla al-Islāmiyya fī al-ʿIrāq wa l-Shām, abbreviato داعش, ossia Dāʿish), comunemente tradotto come Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (abbreviato ISIS[9]) oppure Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (abbreviato ISIL[10]).

Le origini del gruppo risalgono ad al-Qāʿida in Iraq (2004-2006), poi rinominata Stato Islamico dell’Iraq (2006-2013), fondata da Abu Mus’ab al-Zarqawi nel 2004 per combattere l’occupazione americana dell’Iraq e il governo iracheno sciita sostenuto dagli USA dopo il rovesciamento di Saddam Hussein. A partire dal 2012, lo Stato Islamico dell’Iraq è intervenuto nella guerra civile siriana contro il governo di Baššār al-Asad, e nel 2013, avendo conquistato una parte del territorio siriano (con capitale Raqqa), ha cambiato nome in Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS). Nel 2014 l’ISIS ha espanso il proprio controllo in territorio iracheno (con la presa di Mossul in giugno), proclamando la nascita del “califfato” il 29 giugno 2014.[11] Le rapide conquiste territoriali dell’ISIS hanno finito per attirare la preoccupazione della comunità internazionale, spingendo gli USA e altri Stati occidentali e arabi ad intervenire militarmente contro l’ISIS con bombardamenti aerei in Iraq da agosto 2014 e in Siria da settembre 2014.[12]

Dapprima alleato di al-Qāʿida, rappresentata in Siria dal fronte al-Nusra, l’ISIS se ne è definitivamente distaccato nel febbraio 2014, diventandone il principale concorrente per il primato nel jihad globale. Così, a partire da ottobre 2014, altri gruppi jihadisti esterni all’Iraq e alla Siria hanno dichiarato la loro affiliazione all’ISIS, assumendo il nome di “province” (wilāya) dello Stato Islamico: tra queste, si sono particolarmente distinte per le loro attività la provincia del Sinai, attiva nella regione egiziana del Sinai, e le Province libiche di Barqa e Tripoli, che, nel contesto della seconda guerra civile libica, controllano la città di Derna e parte della città di Sirte in Libia.[13]

L’ONU[14] e alcuni singoli Stati hanno esplicitamente fatto riferimento allo Stato Islamico come a un’organizzazione terroristica, così come i mezzi d’informazione in tutto il mondo.

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