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Marcianise. Scarichi illeciti: sequestrato il collettore del Consorzio ASI di Caserta

E’ stato sequestrato il collettore del Consorzio ASI di Caserta in località “Pozzo Bianco” a Marcianise

Esso riceve lo scarico di acque reflue industriali delle ditte IFIS e “Il Tari”

MARCIANISE. I Carabinieri Forestali di Marcianise hanno sequestrato il collettore del Consorzio ASI di Caserta, sito in località “Pozzo Bianco” a Marcianise. Esso riceve lo scarico di acque reflue industriali delle ditte IFIS e “Il Tari” e ha come ricettore finale il corpo idrico superficiale costituito dal canale Saglianico, a sua volta tributario del canale dei Regi Lagni, senza che ciò sia preceduto da alcun trattamento di depurazione e, peraltro, senza autorizzazione. Il sequestro d’urgenza è stato convalidato dal GIP presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Si è proceduto, allo stato, nei confronti dei Rappresentanti Legali del Consorzio ASI di Caserta nonché degli Amministratori della ditta “Il Tari” e della ditta IFIS, che immettono le acque reflue degli scarti delle loro produzioni senza alcun trattamento. Le indagini hanno preso spunto da una serie di controlli sugli scarichi e le immissioni di acque reflue nel canale dei Regi Lagni presenti nel comune di Marcianise.

Questi accertamenti hanno infatti permesso di individuare del collettore fognario del Consorzio ASI di Caserta attraverso il quale venivano illecitamente smaltiti, in assenza di autorizzazione e senza alcun trattamento di depurazione, sia i rifiuti liquidi che le acque reflue industriali prodotte dalla ditta IFIS S.p.A.e dalla ditta IL TARI, integrando cosi il reato di scarico di acque reflue non autorizzato nonché di illecito smaltimento di rifiuti liquidi.

Inoltre, gli indagati, cooperando colposamente tra di loro, per negligenza, imprudenza ed imperizia, ed in violazione del principio di precauzione e prevenzione, cagionavano con questa abusiva condotta anche la compromissione ed un deterioramento significativo e misurabile delle acque del canale Saglianico, attraverso il prelievo e di analisi di campioni eseguiti a cura dell’ARPAC di Caserta, che vedevano alterati i valori di Escherichia Coli, di azoto nitroso e di azotoammoniacale, integrando anche il delitto per colpa di inquinamento ambientale.

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