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Ostentazione e strumentalizzazione: la pericolosità dei social

Abbiamo ampiamente parlato di quanto il fenomeno social abbia, da dieci anni a questa parte, sconvolto completamente le nostre vite, rendendo l’esposizione una costante della nostra quotidianità. Sicuramente questo fenomeno ha tanti risvolti positivi, la visibilità per le aziende, per i professionisti, per chi svolge lavori che indubbiamente vanno pubblicizzati. Apre possibilità di raggiungere un pubblico sempre più vasto e avere riscontri di gran lunga maggiori rispetto al passato. Anche dal punto di vista culturale, c’è una buona possibilità di ampliare l’informazione, di distenderla e renderla accessibile a tutti, anche coloro i quali non dispongono di mezzi adatti per potersi accostare a quest’ultima in modo autonomo. Tuttavia però, il compromesso sociale è troppo pressante e distorce, troppo spesso, la realtà delle cose. Ci si ritrova ad osservare sempre una maggiore ostentazione del benessere, della materialità delle cose e soprattutto si rileva un ostentazione di sé stessi esagerata, non veritiera. Una sorta di inno alla perfezione, ma una perfezione che, nei fatti, non esiste. Realtà che sembrano mostrare persone generose, affabili, gentili, ma dietro cosa si nasconde? In alcuni casi, e mi collego, a cio che e accaduto (anche) alla giornalista Francesca Barra (vittima di bullismo sui social), vengono strumentalizzate le immagini degli altri pur di affermare la propria, addirittura, in alcuni casi, vengono tirati in ballo i bambini. Si parla di cyber bullismo, l’intimidazione attraverso i social, una forma di bullismo pericolosissima in quanto estremamente esponenziale. Lasciare post intimidatori, post che indubbiamente leggeranno tutti, e’ un atto di bullismo nei confronti della persona alla quale vengono indirizzati. Così come dare un immagine di sé stessi non veritiera pur di infangare quella di qualcun’altro. È per questo che, oggi, l’esposizione ai social e diventata estremamente pericolosa e occorre dare una limitazione a ció che può o meno, essere pubblicato, nell’interesse di noi adulti ma soprattutto dei nostri figli, che meritano silenzio e rispetto.

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