V-news.it

Perché si dice “avere le lacrime di coccodrillo”?

Questa espressione, molto comune nella lingua italiana, ha corrispettivi anche in altri idiomi e si utilizza per indicare lacrime finte e inutili. Avere le lacrime di coccodrillo infatti significa fingere di dispiacersi per qualcosa che in realtà è quasi motivo di gioia.

Alla base di questo modo di dire c’è il mito, (citato anche da Shakespeare nell’ Otello) in base al quale i coccodrilli piangerebbero dopo aver divorato le loro prede,e, le femmine coccodrillo, dopo aver mangiato i propri piccoli.

In realtà i coccodrilli lacrimano in modo anche copioso, ma per motivi fisiologici: le lacrime servono per ripulire i loro bulbi oculari e fungono da lubrificante per quella che viene chiamata la “seconda palpebra”, tessuto fondamentale per proteggere  i loro occhi quando si immergono in acqua.

Solo attraverso le lacrime e gli escrementi, i coccodrilli possono espellere i sali, poiché, a differenza di molti altri animali non sudano.

La femmina del coccodrillo invece depone le uova sulla terraferma e, dopo la nascita dei piccoli, li porta in acqua trasportandoli con la bocca. Durante questa operazione, in cui mamma coccodrillo sembra divorare i suoi cuccioli, la lacrimazione aumenta notevolmente . Queste reazioni fisiologiche hanno alimentato il mito delle lacrime di coccodrillo, nonostante il fatto che nulla della vita di questi predatori faccia riferimento a pentimenti o pianti veri o finti che siano.

Exit mobile version