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Roccamonfina. Coronavirus, morto anziano alla Neuromed

Si è spento l’uomo che aveva contratto il virus

L’intera comunità si stringe intorno alla famiglia Delli Colli

ROCCAMONFINA – Morto l’anziano ricoverato alla Neuromed, tra le prime vittime del Coronavirus nell’Alto casertano. A Roccamonfina il coronavirus fa la prima vittima. Si tratta dell’anziano che nei giorni scorsi era risultato positivo al Covid-19 presso la struttura sanitaria della Neuromed di Pozzilli (Isernia).

L’anziano Mario Delli Colli, 83 anni, di Roccamonfina si è spento oggi. Grande la commozione e la vicinanza ai familiari di tutta la comunità roccana.

Al figlio ed ai parenti tutti vanno le condoglianze e l’abbraccio dell’intera Redazione di V-news.it. A comunicare ufficialmente il decesso è stato poco fa il sindaco di Roccamonfina Carlo Montefusco in stretto contatto con le autorità sanitarie preposte.

L’uomo da tempo era ricoverato presso la struttura a seguito di altre patologie che ne avevano compromesso la salute. Poi il contagio del virus con la conseguente crisi respiratoria che ha ulteriormente indebolito l’anziano. Resta ancora da delineare la dinamica del contagio dell’anziano concittadino roccano.

Sembra infatti che il contagio sia avvenuto proprio presso la clinica Neuromed di Pozzilli. Molto probabilmente il Delli Colli a causa di qualche negligenza nei protocolli sanitari previsti in questa situazione di emergenza, è venuto a contatto con altro paziente malato portatore del coronavirus all’interno della Neuromed.

Non a caso presso la struttura sanitaria molisana è esploso un mini-focolaio. I sindaci dei comuni molisani e dell’Alto casertano (storico bacino di utenza della Neuromed) hanno subito diramato delle comunicazioni urgenti invitando tutti coloro

che in qualche modo sono stati presso la struttura negli ultimi venti giorni a darne immediata comunicazione alle Autorità locali al fine di scongiurare il pericolo di ulteriori contagi.

Non si escludono inchieste interne e da parte delle Autorità per capire come sia stato possibile far esplodere un focolaio all’interno di una delle strutture sanitarie più apprezzate del territorio spesso agli onori delle cronache per efficienza e professionalità.

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