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Le Fate Ignoranti, la serie di Ozpetek

Tratta dall’omonimo film, Le Fate ignoranti è una serie con un cast davvero eccezionale

Amo in te l’impossibile

Ma non la disperazione

Nazim Hikmet

Per la Rubrica ‘Cose Serie’ oggi si parla di ‘Le Fate Ignoranti’.

Tratta dal film del 2001 in cui i protagonisti erano Margherita Buy e Stefano Accorsi e se non l’avete visto, fatelo!

La serie nasce dall’idea di Ozpetek e Gianni Romoli ed è strutturata in otto episodi. A distanza di ventidue anni dal film, a vestire gli abiti di Antonia troviamo Cristiana Capotondi e nel ruolo di Michele, Eduardo Scarpetta.

Il bel Massimo è interpretato da Luca Argentero e ritroviamo Serra Yilmaz, nel ruolo appunto di Serra.

Le Fate Ignoranti inizia proprio come il film: Massimo si divide tra la moglie e Michele, muore in un incidente e solo dopo, grazie al famoso quadro Antonia scopre la seconda vita del marito.

E’ lecito fare il paragone con il film?

E’ normale, ma la bravura degli attori in entrambi i casi permette di fare una distinzione sostanziale.

 Perché ‘Le fate ignoranti’?

Innanzitutto, l’unione di Argentero e Scarpetta è fenomenale come lo è stato Accorsi e Andrea Renzi nel film, che con la loro bravura interpretano tutti quelli che vivono allo scoperto, che non hanno peli sulla lingua e che non si limitano nel mostrarsi.

Michele, qui pittore, ha un valido maestro, Walter ( Edoardo Siravo, ritornato sugli schermi) il grillo parlante della casa. E’ affascinante e superbo nel suo ruolo, una Vera latina, Annamaria e Roberta, una coppia bizzarra ma anche tenerissima, una terapista ed una cartomante, un pizzico di innovazione nella serie.

Persone, vite ed emozioni, una famiglia, non di sangue, ecco cosa sono i nostri protagonisti.

Non conformi alla società, ma dopotutto chi è che fa le regole?

Nel momento del bisogno chi c’era? Persone che non hanno un dialogo con la famiglia da tempo per scelte di vita non conformi alla società, ma che trovano affetto e sostegno nel vicino di casa o nell’amico conosciuto in circostanze insolite.

Come il film, anche la serie è una profonda analisi sulla vita. Chi siamo? Conosciamo veramente le persone che ci sono vicine?

Cosa significa ‘famiglia’?

Per quanto possiamo portare rancore? Ed il dolore andrà via?

Una domanda cruciale è stata :” Si riesce a non giudicare?” ;

Quante volte ci viene facile giudicare la vita altrui, che sia la vita sentimentale o altro e quante volte sbagliamo. Questi otto episodi sono stati una vera seduta dall’analista in cui mettiamo a nudo ciò che pensiamo realmente.

Un viaggio in Turchia, un Asaf terribilmente affascinante, molto meglio del primo, che fa abbandonare i canoni della società perbenista in cui Antonia è cresciuta per portarla in un viaggio in cui, come dice lei stessa, è fatto solo di emozioni. Un finale che aspettavamo da tempo perché tutti ci siamo chiesti del passato di Serra e gli sceneggiatori hanno voluto premiare la nostra curiosità.

Un bel prodotto, una bella serie fatta bene, costruita su un filone già conosciuto ma con argomentazioni reali e trattate con obiettività e non pregiudizi,

proprio per dire :” Non esiste solo il bianco ed il nero ma un mondo di sfumature”.

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