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Sessa Aurunca. Il Sindaco prima fa i fuochi e poi li ‘accoppa’

Il Sindaco di Sessa Aurunca prima fa i fuochi e poi li ‘accoppa’

SESSA AURUNCA. Nel periodo che intercorre tra il Santo Natale e le festività pasquali, è in uso, da sempre, l’accensione dei falò come riti propiziatori per festeggiare vari avvenimenti tutti riconducibili alle feste di fine ciclo agrario.

Nel territorio di Sessa Aurunca, esistono parecchie realtà in cui questo rito viene mantenuto vivo grazie anche alla fede che lega alcuni borghi alle tradizioni popolari. Basti pensare alla festività di San Giuseppe a Cascano e a Sant’Antonio che si festeggia a Lauro nel periodo di gennaio.

Nell’anno corrente e soprattutto dopo l’emergenza coronavirus, qualsiasi proposito di festeggiamento è stato soffocato, come giusto che sia, dalle restrizioni governative che non permettono in alcun modo nessun tipo di assembramento. Celebre è ormai la scena del Parroco della frazione di Cascano, che la sera del 18 marzo, ha acceso un grande lume di cera in segno di tradizione, come une fede che nonostante tutto non si ferma e veglia su tutta la comunità. Un gesto simbolico e pieno di malinconia, visto anche lo sfondo che era riempito dai famosi tuocchi di legno che dovevano essere accesi ma che invece giacciono ancora davanti le porte della chiesa.

Passato San Giuseppe, anche grazie alla grande maturità del popolo cascanese che è riuscito ad accettare la situazione di emergenza e quindi a non anteporre quella ottusità dettata dalla fede popolare che in molti casi riesce anche a creare numerosi problemi. Per la cronaca, i fuochi sono stati accesi anche durante la guerra, e quindi in molti si chiedevano perché non continuare anche quest’anno, stando attenti a tutte le restrizioni del caso.

Per fortuna, la grande comprensione del popolo ha fatto si che non si creasse nessun precedente e che quindi tutta la festa è stata soppressa.

È  bene ricordare che le forze dell’ordine sono molto presenti e vigili su qualsiasi movimento e quindi sarebbe stato impossibile organizzare qualsiasi tipo di iniziativa.

Ma veniamo ai giorni nostri. Tutti ormai si stavano ponendo il problema della Settimana Santa a Sessa che rappresenta la massima espressione di fede, di tradizione e di popolarità del popolo sessano. Tutti si domandavano se almeno una messa, un briciolo di processione potesse essere fatto; è ovvio, che in alcuni atteggiamenti non si riesce a capire quando termina la fede e incomincia il fondamentalismo. A togliere tutti i dubbi ci ha pensato il primo cittadino Silvio Sasso, che sempre dalle sue colonne Facebook, ha annunciato nella giornata di ieri l’accensione di piccoli falò, con persone preposte e scelte (forse da lui in base a non si sa quale criterio) lungo un breve percorso della processione: ma come?

Come è possibile che un Sindaco, di punto in bianco, metta su un’idea del genere andando contro a qualsiasi tipo di divieto imposto dal governo?

Ricordiamo che lo stesso Sindaco nei giorni precedenti aveva addirittura emanato una lettere in cui comandava a tutte le forze dell’ordine di controllare scontrini e spesa delle persone pur di contenere il contagio di Covid 19, facendo scatenare parecchie reazioni da parte del popolo che inerme assiste a questo scenario di paura. Addirittura il Prefetto si era espresso facendo capire chiaramente che le disposizioni in maniera di ordine pubblico le può stabilire soltanto il Commissario di Pubblica Sicurezza e non il Sindaco che in questa faccenda non rappresenta nulla. Inoltre il Sindaco aveva promosso l’avvento di un drone che avrebbe dovuto controllare tutti gli assembramenti manco  fossimo negli scenari più apocalittici da film hollywoodiani.

Visto l’atteggiamento da sceriffo di Nottingham, alla notizia dei falò tutti si sono sobbalzati chiedendosi se veramente era possibile una scelta del genere, oppure si stava semplicemente scherzando.

In questi giorni, la Diocesi, ha emanato addirittura altri decreti di restrizioni nei confronti dei sacerdoti, che sono legati mani e piedi e non possono servire le loro comunità nel momento più delicato della spiritualità. Tutti fanno decreti, tutti son diventati protagonisti: ma chi ne paga le conseguenze? Ovvio, sempre i cittadini, che sono ormai chiusi in casa da un mese in preda alla paura e che si vedono propinare quotidianamente sproloqui sulla responsabilità che devono assumersi e che si sta trasformando in un boomerang davvero pericoloso.

Perché allora pubblicizzare un evento così delicato? Forse per continuare a scavare quel solco intorno alla città di Sessa che per anni è stata trasformata in una fortezza medievale con tanto di ponte levatoio con le frazioni sempre più abbandonate a se stesse.

Il significato era chiaro ed inamovibile: Io sono il Sindaco, guai a chi tocca il Venerdì Santo, e i fuochi io li autorizzo: Grazie al fringuello direbbe qualcuno. Ma così facendo, ha subito scatenato l’ira dei tanti che si sono visti completamente spiazzati da tale considerazione.

Una scelta ardua che è vissuta però soltanto un giorno, infatti stamane, sempre dalle colonne di Facebook il Sindaco ha annunciato che non ci saranno i fuochi, ma bensì soltanto dei lumini accesi sopra i balconi.

Vogliamo soprassedere su molti punti, perché questo argomento ne tira in ballo troppi e potremmo perderci.

Evidentemente però, qualcuno ha dovuto fare una suonata di orecchi al Sindaco e al suo staff, e quindi ha dovuto ritrattare immediatamente la sua iniziativa promossa ieri. E non ha mancato, tra le sue righe, un pizzico di risentimento, perché egli stesso reputava questa iniziativa priva di criticità.

Si, ma allora la spesa frazionata? Il Drone? E tutti gli atteggiamenti minacciosi che hanno contraddistinto parecchi Sindaci d’Italia in cerca di protagonismo che significato hanno, visto che poi proprio loro fanno un po’ quello che vogliono ?

Domande queste che rimarranno per sempre nel dimenticatoio. Ma la fortuna è che questo virus porta via tutti i nodi dal pettine e magari quando la guerra finirà e ci sarà una nuova Norimberga si chiederà il conto, a chi magari anche in determinate situazioni non ha smesso di fare una perenne campagna elettorale.

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