• Mar. Apr 30th, 2024

‘Na voce, ‘na chitarra e nu poc e luna, parliamone con Gianluigi

Seguace della musica classica napoletana e non solo, parliamo con un artista di origini campane, Gianluigi Esposito

L’arte quando non incontra il commercio rimane arte

Gianluigi Esposito

Michele Placido – Gianluigi Esposito (foto di Ciro Santangelo)

L’amore per la canzone napoletana o ce l’hai nel sangue o non riusciresti mai a comprenderla;

Ecco perché abbiamo deciso di parlare con un artista che di questa passione ne ha fatto un lavoro.

Gianluigi Esposito, originario di Angri, ha iniziato da giovanissimo ad avvicinarsi alla musica partenopea grazie ad un caro amico che gli fece scoprire Sergio Bruni, uno degli artisti più conosciuti del panorama artistico partenopeo del Novecento.

Sergio Bruni – Maruzzella

Da lì, ha iniziato a scoprire la passione per la musica ed il canto e ciò lo ha portato a studiare ( Magari fossero tutti così!) e si avvicina a Carmine Tammaro ed alla sua associazione ‘Noi e voi’.

Ho sempre fatto ottime scelte guidato dal gusto del bello” ecco cosa dice Gianluigi inerente alla sua gavetta. Un’esteta, senza saperlo, desideroso di imparare l’arte fatta dai grandi maestri della canzone e del teatro.

L’arte quando non incontra il commercio rimane arte” è così che risponde alle nostre domande specificando che durante la sua crescita professionale ha saputo dire di ‘No’ a certi contesti commerciali, associato il tutto ad ottimi colleghi ed insegnanti.

La sua formazione appunto nasce grazie agli eredi della scuola di Sergio Bruno per poi studiare lirica con la Soprano Irene Tortora, teatro con Italo Celoro, Michele Placido, Giancarlo Giannini, Giuliana De Sio, Gianfranco Gallo ed ancora oggi Gianluigi si sente ‘studente’;

Dopotutto lo stesso Eduardo De’ Filippo ha sempre sostenuto ‘Gli Esami non finiscono mai’.

Alla domanda “Qual è la cosa che ancora non hai fatto ma vorresti fare?”, il nostro artista ci risponde svelando un suo sogno:

Mi piacerebbe creare una struttura in cui radio e televisione camminassero insieme per dare una certa visibilità alla canzone napoletana dove non mi vedrebbe come unico interprete perché non ho nessuna velleità di solista ma punto di raccolta di tutti gli interpreti, giovani e meno giovani per portare avanti un discorso culturale che aimè ad esso è fermo”.

Il mondo del cinema ti affascina? In passato grandi esponenti della canzone napoletana hanno trasportato quest’arte sullo schermo

Come i maestri Nunzio Gallo, Aurelio Fierro, Giacomo Rondinella lo stesso Sergio Bruno sarebbe una grande occasione. Delle piccole cose le ho fatte, ho collaborato con la Compagnia del Carcere di Rebibbia e durante questo percorso ho conosciuto la signora Immacolata Iacone moglie di Raffaele Cutolo, conosciuto soprattutto per essere stato esponente della criminalità organizzata negli anni Ottanta.

La Signora Iacone mi ha delegato a trattare i diritti sulla storia del marito e questi acquistati dalla produttrice Elide Melli della casa di produzione ‘Cosmo’ ed il 50% è stato ceduto al gruppo Iervolino Bagardi e per questo ora stiamo lavorando al progetto:

Quattro puntate di documentario, un film e tre serie su tutta la vicenda ed io collaboro alla sceneggiatura insieme al Magistrato Giancarlo De Cataldo, Mimmo Rafele.

Ora stiamo consultato archivi e provvedendo ad intervistare i testimoni diretti per poter poi elaborare il tutto”.

Hai mai pensato che chi porta sullo schermo delle realtà così difficili possa agevolare la ‘macchina dell’emulazione’ già presente nel mondo giovanile?

Chi muove questa critica ha ragione ma chi lavora a questi progetti ha il desiderio di sensibilizzare il pubblico a casa. Nel nostro caso, stiamo lavorando per documentare il percorso compiuto da Raffaele Cutolo.

Noi dobbiamo pensare che non dobbiamo mai fare apologia ma sbagliamo a credere che non dobbiamo raccontare queste pagine di Storia.

Ai giovani va raccontata la verità ma a farlo devono essere le persone coinvolte perché solo loro possono far capire cosa significa fare certe scelte.

Quando sono andato nelle scuole per fare dei convegni con gli studenti insieme a Cosimo Rega, un concittadino con gravi crimini alle spalle, abbiamo notato che gli studenti avevano poca attenzione ma se a parlare era la persona coinvolta ecco che scatta la scintilla ed iniziano ad interessarsi a ciò che sta dicendo, c’erano anche momenti drammatici di confronto. Infatti,

Cosimo aveva l’abilità di individuare tra i giovani chi avesse questa ‘parità’ di pensare di essere onnipotente e iniziare un confronto, spiegando loro che le sue scelte lo avevano portato a distruggere la propria vita stando lontano dalla propria famiglia.

Dai giovani si ha una risposta diversa, avevano ascoltato dalla voce di chi vissuto quel dolore e che in carcere stava facendo un percorso riabilitativo.”

Come si può fermare l’aumento di bullismo ed atti violenti da parte dei giovani in ‘onore’ di personaggi televisivi che tendono ad osannare?

Questi giovani non hanno un’offerta culturale adeguata qui in zona. Il problema è che non hanno possibilità di andare a teatro, non hanno associazioni che li possa ospitare per farli interessare alla cultura.

Loro crescono seguendo programmi che non sono adatti a loro, noi così non gli stiamo aprendo la possibilità alla conoscenza.

Da diversi anni, con Michele Placido, stiamo portando avanti uno spettacolo che si chiama ‘Serata d’Onore” in cui siamo in tre in scena: Michele Placido recita poesie di Dante, D’Annunzio, Neruda, Leopardi ed io rispondo con la canzone napoletana.

Non c’è parte di Italia in cui il pubblico non canti insieme a me ed i ragazzi recitano le poesie insieme al maestro Placido. Quando chiudiamo lo spettacolo con il quinto canto dell’Inferno i ragazzi rispondono. Questo significa che se noi diamo loro la possibilità loro se la prendono.

La differenza tra noi e loro è che noi siamo la generazione di Scarface, il Padrino ma abbiamo letto di più, ci siamo appassionati al teatro ed al cinema perché c’era anche la possibilità. La scuola funzionava diversamente. Loro cosa hanno?

E’ normale che dobbiamo fare un dibattito se in classe va usato o meno il telefonino?

Non si usa e  basta, ma stiamo sprecando energia su cose non importanti. Le serie come Romanzo Criminale o Gomorra sono racconti di realtà ma appartengono ad una generazione che non ha nulla.

Siamo cresciuti con il personaggio di  Corleone, ma ci è stato insegnato ad apprezzare il linguaggio cinematografico, la trama, la recitazione e non ad emulare perché abbiamo avuto una formazione culturale che ce lo ha permesso.

Questi ragazzi sono soli in mezzo al mondo, soprattutto nella nostra realtà in cui la cittadina non sta offrendo molto ai giovani.

Non sanno cosa sia l’opera lirica e voi direte ‘E’ musica di nicchia’, no assolutamente.

Qualche anno fa ho organizzato un concerto di musica lirica con Katia Ricciarelli nella Collegiale di San Giovanni Battista e notai che le signore cantavano le aree d’opera ed io chiesi ad una di loro ‘Come fate a cantarle?’ e la signora rispose che le aveva sempre ascoltate da giovane.

Quindi il messaggio qual è’: “ Se proponi il bello anche l’orecchio più duro recepisce”.

Non possiamo chiudere le porte della cultura e facciamo in modo che siano loro, i giovani, a scegliere a cosa appassionarsi.

In passato ti sei interessato di politica portando vari eventi culturali nel tuo Paese. Ad oggi, lo rifaresti?

Assolutamente sì. Durante la mia partecipazione alla vita politica della cittadina ho fatto in modo che artisti come Eduardo De Crescenzo, Scarpetta, Peppe Barba, la Compagnia Conte si esibissero qui.

Inoltre, c’è stato il primo concorso di lirica che ha fatto sì che arrivassero artisti da ogni parte di Italia che ha soggiornato ed ammirato la nostra storia;

ho voluto investire in quello che è stato Avan-teatro, una serie di esibizioni teatrali e spettacoli vari a disposizione della comunità ma tutto questo è andato a finire perché l’attuale classe dirigente non vuole confrontarsi ed ha avallato un appiattimento culturale.

Abbiamo una storia, la nostra cittadina è vicino alla Costiera più bella del mondo, a pochi passi da Napoli e con un Castello Doria che viene utilizzato per pochi eventi sporadici non lasciando spazio ai professionisti.

Progetti per il prossimo futuro?

“ Sicuramente da Aprile inizierà un nuovo tour con il maestro Placido e saremo anche in Campania, nel frattempo continuerò a lavorare con gli attori presso la scuola che ho fondato proprio qui in zona, Luna Nova, in cui insegniamo l’arte del Teatro ma non siamo un’agenzia di casting, questo ci tengo a precisarlo.

Chi si avvicina al teatro diventa una persona migliore, indipendentemente se farà l’attore.

Abbiamo fatto già due spettacoli, ne faremo altri di sicuro. A breve inizierà uno stage con Gianfranco Gallo. Il 26 Febbraio avremo Gianni Parisi con il suo spettacolo “Da levante a ponente” poi sarà il turno di Mario Maione per la canzone napoletana.

Cosa pensi di quelle compagnie che lavorano a porte chiuse non accettando di integrare persone nuove e soprattutto i giovani, proprio per collegarci a ciò che hai detto prima, che questi ragazzi non hanno molta offerta culturale?

Di base c’è la paura del confronto, posso solo pensare questo. Senza il confronto non si cresce e questo è fondamentale in ogni settore, maggiormente in quello dell’arte.

Io non mi interesso dei provini, casting e cose simili anche perché ritorniamo alla fatidica frase ‘Se l’arte incontra il commercio non è più arte’, non perché sia sbagliato il tutto ma perché senza preparazione non si va avanti.

Io ho sempre voluto creare relazioni tra artisti e giovani perché se hanno una passione è giusto che la coltivino. La chiusura non porta a nessuna parte.

Scaturisce poi un altro meccanismo: Nel telespettatore nasce la paura di non essere in grado di capire lo spettacolo ed è lì che noi falliamo. Non deve fare un test per vedere lo spettacolo, l’arte deve essere accessibile a tutti perché ognuno darà la propria lettura del lavoro.

Bisogna creare una proposta culturale che sia aperta al pubblico ed a chi ha voglia di imparare altrimenti parliamo di teatro di ricerca che, chiuso e limitato a sé stesso, non crea cultura.

Credo sia fondamentale che si insegni a fare teatro, a stare tra la gente e su un palco. Essere parte di una Compagnia ha un codice etico che questo porterà al diventare poi un professionista. Dico no alla chiusura a chi vuole imparare.”

Dai un messaggio ai giovani per farli avvicinare a questo mondo affascinante

Leggete libri come le poesie di Salvatore di Giacomo, Ferdinando Russo, ascoltate musica e non abbiate paura che sia ‘vecchia’. Sono stati i padri della nostra cultura a farla, ascoltatela e non abbiate timore di imparare ma soprattutto lasciatevi trasportare”.

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Di Marianna D’Antonio

Classe '85. Attivista per la tutela degli animali, avida lettrice ed amante delle serie tv e film d'autore. "Il problema della razza umana e' che gli idioti sono assolutamente sicuri,mentre le persone intelligenti sono piene di dubbi." Bertrand Russell

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