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Reggia di Caserta, beffa clamorosa il Tar sospende la nomina di Tiziana Maffei. Il futuro della Reggia diventa ancora più torbido

Incredibile la situazione scoppiata il 12 giugno, la nomina della Maffei è stata sospesa dal Tar del Lazio, silenzio tombale da Roma

Il futuro della Reggia di Caserta diventa ancora più torbido, si allontana per ora la nuova fase di valorizzazione del monumento borbonico

CASERTA. Incredibile la beffa accaduta lo scorso 12 giugno. Il futuro della Reggia di Caserta diventa ancora più torbido, si allontana per ora l’inizio della nuova fase di valorizzazione del monumento borbonico. Il Tar del Lazio ha sospeso la nomina della nuova Direttrice della Reggia di Caserta Tiziana Maffei. Il Tribunale Amministrativo Regionale, con un provvedimento pubblicato, mercoledì 12 giugno, ha accettato la richiesta di sospensiva avanzata dai legali del dirigente dei Beni culturali Antonio Tarasco.

Tarasco aveva partecipato al concorso indetto dal Mibac per la direzione del palazzo vanvitelliano. Lo stesso dirigente dopo ha fatto ricorso contro la sua esclusione dalla terna finale proposta dalla commissione esaminatrice al ministro Alberto Bonisoli  nonostante avesse siglato un punteggio più alto. Ipotizzando un errore matematico nella fase del conteggio dei punti, Tarasco aveva chiesto al Governo che il concorso fosse ritirato con un provvedimento di autotutela, egli si era pure rivolto alla Corte dei conti, l’organo cui spetta la ratifica della nomina dirigenziale. Una situazione assurda che per il momento blocca la fase iniziale della valorizzazione dopo l’ottimo lavoro dell’ex Direttore della Reggia di Caserta Mauro Felicori. La sospensione ha validità immediata. Il tutto si discuterà il 25 giugno. Per il momento da Roma vi è un silenzio tombale sulla questione, l’ ennesima figuraccia è andata in scena. «Manca una linea politica culturale chiara, non c’è ancora un programma di valorizzazione museale, la Reggia ribadiamo non può rinascere». L’incertezza sul futuro alimenta fibrillazioni. Il Palazzo reale sembra un “fortino assediato”, con la ‘ vecchia politica’ che non molla la presa, all’orizzonte i vecchi pseudo- fedelissimi della politica casertana, pronti a rimettere le mani sopra uno degli storici monumenti più importanti del paese. L’ augurio che tutto questo scenario possa non avverarsi, la Reggia non ha bisogno più «di continue beghe politiche di cortile e polemiche senza costrutto». Il nostro monumento non può più essere come una nave in tempesta. C’è bisogno di concretezza, solo la concretezza politica può raddrizzare il timone, evitando che molte eccellenze culturali possano andare clamorosamente via. La città vuole risposte, il caro Ministro Alberto Bonisoli deve ora intervenire con fermezza portando all’interno del sito quel famoso cambiamento di modernizzazione. Tutti noi siamo consapevoli oggi che la Reggia rappresenta uno dei patrimoni di arte e architettura tra i più significativi del mondo e per questi valori siamo riconosciuti nel mondo. Il monumento costruito da Vanvitelli è meta di un turismo culturale sempre più allargato, che rappresenta un’importante voce del nostro bilancio economico regionale. In questo scenario la Reggia diventa meta ovviamente ambita rappresentando brillantemente per lo più il punto d’attrazione massima delle città d’arte e oggi, quindi in conclusione  proprio quando si cerca di dare la consapevolezza del valore strategico della Reggia nella così detta economia della cultura, ecco che via via il nostro museo fatica oggi perfino a svolgere quella funzione culturale di rinascita che è la ragione stessa per cui i musei sono diventati fonte di economia.

Non ci resta che lasciare ai posteri la sentenza su questo teatrino ministeriale, ma vogliamo ribadire a chi conosce la questione che la problematica della Reggia deve diventare una pietra miliare delle istituzioni politiche e sindacali che rappresentano Caserta, non si può rischiare un licenzioso fallimento politico, il monumento casertano rappresenta l’emblema assoluto dei nostri beni culturali italiani, la riflessione da fare su ciò che è accaduto il 12 giugno è profonda, altrimenti il danno fatto alla città di Caserta, è una frusta, una pugnalata che distruggerà sempre di più l’immagine di Caserta nella nostra penisola italiana.

Mauro Felicori

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