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Fase 2, la protesta dei ristoratori: “Non apriamo!”

I ristoratori protestano contro le regole per la riapertura considerate troppo rigide

Si avvicina il 18 maggio, e le attività commerciali si preparano a riaprire. Per molti artigiani e commercianti, però, la riapertura potrebbe rappresentare una condanna definitiva. Troppo rigide le regole che consentirebbero di tornare al lavoro, e i costi di gestione supererebbero di gran lunga i ricavi. Tra quelli più inferociti sicuramente i ristoratori, ma anche baristi e parrucchieri. Manifestazioni di protesta sono avvenute in tutte le grandi città: Milano, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Bari.

Le regole del distanziamento nei pubblici esercizi rivoluzioneranno le abitudini degli italiani. Si potrà tornare nei bar, ma gli ingressi saranno contingentati in base all’ampiezza del locale e quindi si farà la fila con la mascherina. I ricercatori dell’Inail e dell’Istituto superiore di sanità, che hanno scritto le raccomandazioni nell’ambito del Comitato tecnico scientifico, hanno stabilito in quattro metri quadrati la superficie destinata a ciascun cliente: 2 per 2. Al ristorante la regola base è la distanza di due metri tra un tavolo e l’altro, mentre tra commensali “deve essere sufficiente ad evitare le trasmissione di droplets”. Niente buffet, addio ai menù di carta. I camerieri serviranno i clienti con guanti e mascherina.

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