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Massimo Recalcati: il concetto di madre sufficientemente buona

DiAntonella Viccaro

Nov 3, 2022

Parlare di Recalcati è, per me, sempre un grande onore, fin dagli studi liceali, le cui reminescenze sono ancora estremamente vive nella mia memoria. Recalcati nasce il 28 novembre 1959 a Milano, studia e si laurea in filosofia, si specializza come psicologo sociale e psicoanalista seguendo studi freudiani e lacaniani. Fortemente ispirato da questi ultimi, ricopre un ruolo di docente in diverse città italiane e collabora con testate giornalistiche di rilievo nazionale. Inizialmente il suo lavoro nell’ambito psicoanalitico si concentra per lo più sui disturbi del comportamento alimentare, procedendo poi sulle psicosi, il panico e le depressioni. Quello su cui avrei voluto soffermarmi, in relazione, anche alla mia rubrica di Accompagnamento alla nascita, è però il concetto che lui dà, di quella che definisce “madre sufficientemente buona”. Per spiegare questo concetto, Recalcati, fa riferimento, o meglio parte proprio dalla definizione di madre freudiana, che viene intesa come “primo soccorritore”, il bambino, secondo Freud vede la madre come prima risposta al suo bisogno di aiuto, primo volto amico nella difficoltà istintiva. Effettivamente, la mamma, è colei che, per prima, soccorre il bambino, lo consola al pianto, offre il suo corpo per calmarlo, fin dalla primissima infanzia . Per Recalcati gli aspetti su cui bisogna concentrarsi relativamente alla figura della madre sono due aspetti fisici , ossia le mani e il volto. Le mani come primo strumento di comunicazione e di collegamento al figlio e il volto come riferimento. Un bambino che vede nel volto di sua madre serenità, dolcezza e amore, sarà un bambino in grado di amare, un bambino che riesce ad aprirsi al mondo. Al contrario se vede un volto cupo e triste avrà questi riflesso di aspettativa del mondo stesso. Tuttavia definisce ,’madre sufficientemente buona’ colei che riesce a oscillare tra presenza e assenza, che sappia avvolgere il proprio bambino senza però soffocarlo, dunque una madre che sappia anche lasciar andare. Una madre sempre presente, una madre troppo protettiva può generare un esperienza di dipendenza, non porta il figlio alla crescita e all’emancipazione di se stesso che è un passo importantissimo. Al contrario una madre narcisista, abbandonica, che vive solo in funzione di se stessa e non dedica attenzioni e cure ai propri figli è comunque una madre traumatica, che potrà generare un adulto incapace di amare. È per questo che Recalcati sottolinea l’importanza di offrire le giuste cure senza essere soffocanti!

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Di Antonella Viccaro

1992 diplomata nel 2010 presso il Liceo Pedagogico e delle Scienze Umane di Vairano scalo. Autrice del romanzo " La bambina che ha conosciuto il ferro" 2019.

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