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Siria, la Turchia contrattacca. Rischio genocidio

Non si fermano le tensioni tra Siria e Turchia: il governo turco individua il rischio di genocidio

Continuano le violenze in Siria da quando la città di Idlib al confine con la Turchia è posta sotto attacco. L’Unicef afferma che 10 scuole e asili sono stati attaccati: dodici bambini e tre insegnanti sono morti, 40 persone sono rimaste ferite. Anche Msf ha denunciato raid indiscriminati su aree civili contro ogni regola, a pochissima distanza dagli ospedali “con proiettili nel raggio di 100 metri, 66 persone sono state gravemente ferite di cui 14 bambini”. 

Nelle ultime tre settimane 54 soldati turchi sono stati uccisi dal regime siriano. La Turchia ha denunciato la perdita di almeno 33 militari in un raid aereo avvenuto ieri e col sostegno delle forze ribelli “ha preso di mira 200 posizioni del regime siriano” lanciando una controffensiva nelle zone meridionali e orientali della provincia di Idlib, nel nord della Siria.

Il governo turco punta il dito contro il regime siriano di Bashar Al Assad e lancia un appello alla “comunità internazionale a prendere provvedimenti per proteggere i civili e a stabilire una no-fly zone” nella regione di Idlib, dove la stessa Turchia individua il rischio di genocidio sulla popolazione e indica la Russia come pericoloso alleato negli attacchi.

L’Onu ha precisato che sono 950mila gli sfollati a Idlib, 560mila sono bambini.

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