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La Pasqua ed il grande dilemma : Quante strisce deve avere la Pastiera?

Una decisione ardua e difficile che ha diviso famiglie intere. A Pasqua non ci sono scuse, non importa se hai o non hai il forno a legna, la pastiera s’adda fa

Per la Rubrica ‘Angolo diverso’ questa settimana parliamo di un argomento toccante ed anche parecchio delicato che ha diviso famiglie intere.: La Pastiera!

Pastiera

Sì miei signori,perché c’è chi pensa all’uovo di cioccolato, al latte, bianco,fondente o artigianale da regalare a grandi e piccini come simbolo di auguri o alle colombe di cioccolato o con le mandorle che tanto lo sappiamo,sono riciclate perché fanno talmente schifo che non se le mangia nessuno manc o Zi’ Tonino che mangerebbe un bue intero.

A Napoli no.  Queste sciocchezze sono superate. A Napoli si deve pensare ad una sola cosa:La Pastiera.

In verità è da tradizione fare anche il Casatiello, ma di questo parleremo dopo.

Pasqua – Casatiello

A Napoli come in tutta la Campania la Pastiera è sacra. Le signore iniziano giorni prima la ricerca degli ingredienti e dei contenitori perfetti perché ‘Nun esist che sadda fa brutt figur!’.

Non è un momento idilliaco da trascorrere in famiglia, è una faida a chi fa la pastiera più buona perché possiede la Vera ricetta e sa quante strisce di frolla devono essere messe. C’e’ chi dice sette, chi dice sei e chi dice che non ci sono regole. 

La verità, in realtà, sta nel mezzo. Anche i grandi chef rinomati di origine Campana non si espongono al riguardo.

Secondo un’antica tradizione,la pastiera vorrebbe sette strisce in onore dei sette ingredienti principali, altri chef rinomati come Sal di Riso aggiungono la crema pasticciera per camuffare il sapore del grano e c’è chi come Cannavacciuolo aggiunge la farina di mandorle.

Ogni famiglia ha la sua ricetta e si parte all’attacco. La settimana santa non ci sono impegni che tengano, si annulla tutto per impastare!

In por position la nonna Cuncetta con il suo staff :

Zia Carmelina, Zia Lucettina e qualche nipote.

Parola d’ordine: Allampat o furn! (Accendete il forno,perché da usanza queste pastiere si cuociono nel forno a legna ma c’è chi le prepara nel forno di casa tranquillamente)

La nonna Cuncetta non sente ragione: Comm se pass Pasqua senza la Pastiera ed il Casatiello?

Il Casatiello, per i pochi non conoscitori di questa leggerissimo e delicato alimento pasquale è praticamente quelli che i francesi chiamerebbero una Ratatouille, uno svuota frigo.

Precisiamo che questa pietanza tipicamente salata, è un miscuglio di carboidrati,proteine e grassi all’ennesima potenza che non potete nemmeno immaginare. O forse sì.

Si inizia ad impastare una settimana prima di Pasqua perché bisogna avere il tempo di cuocere tutte le Pastiere ed i Casatielli per poi preparare anche le confezioni regalo perché,’S’adda fa bella figur’ .

Quando si danno gli auguri di Pasqua,ecco che ci si presenta con questa meraviglia fai da te.

Arriverà sempre il commento saccente “Marò Cuncett che brutta pastier ca fat! Io invece,il grano o facc voller rind o latt! Ma arò e ven a chest e mbastà!”

Risponderà la cognata ancora più esagerata:”E perché vulim parla’ ra ricott? Me parev o stuc mocc! Io la mia ricotta l’ho fatta portare direttamente da Avellino che là ce sta nu pecurar che fa a ricot e pecor che è a fin ro munn!”

Natasha la dirimpettaia:”Weeee io uso solo l’ove re gallin miii” e ca Nonna Cuncetta sfila a’ curon :” We sti quatt pruas, nun sapit manc fa o past a fasul vulit fa e pastier? Jat a cucinà invece e fa e Tik Tok sti nzevat!”

Ho assistito realmente a questa conversazione. Giuro.

Detto fatto, ogni Pastiera è bella a’ mamma soja. Buona Pasqua e che avvenga la Resurrezione per tutti noi.

(Per zio Tonino la vedo un poco critica la cosa perché dopo aver mangiato l’impossibile e bevuto vino come se non ci fosse un domani, non si alza dal divano nemmeno con i bombardamenti. )

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